Visualizzazioni totali

lunedì 30 gennaio 2012

Per assicurare maggiori tutele alle donne lavoratrici e con disabilità

Dal sito: www.superando.it

Un Disegno di Legge che delega il Governo ad intervenire sulla normativa di settore, per assicurare alle donne lavoratrici e a quelle con disabilità maggiori tutele e garanzie a livello sanitario, riabilitativo, psicologico, economico, sociale, assicurativo e formativo: è quello presentato in questi giorni dalle senatrici Amati e Colli, iniziativa sollecitata dall'ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) e condivisa dalla stessa Associazione
Come avevamo riferito nei giorni scorsi (se ne legga cliccando qui), il 26 gennaio  le senatrici Silvana Amati del Partito Democratico e Ombretta Colli del Popolo delle Libertà hanno presentato a Roma, presso la Sala degli Atti Parlamentari, il Disegno di Legge denominato Delega al Governo in materia di tutela delle donne contro gli infortuni sul lavoro e le malattie, iniziativa sollecitata dall'ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) e condivisa dalla stessa Associazione, per migliorare appunto le condizioni delle donne nei luoghi di lavoro e delle lavoratrici con disabilità.
«Adeguare nel suo complesso la tutela per i rischi professionali delle donne lavoratrici alle specificità di genere - si legge in una nota dell'ANMIL - e alla peculiarità del duplice impegno lavorativo, sia domestico che professionale, generalmente loro richiesto, è l'obiettivo principale del Disegno di Legge, che delega il Governo ad intervenire sulla normativa di settore per assicurare alle donne lavoratrici e a quelle con disabilità maggiori tutele e garanzie a livello sanitario, riabilitativo, psicologico, economico, sociale, assicurativo e formativo».
«A conferma della necessità di portare avanti politiche di settore mirate e concrete - viene ancora riferito dall'ANMIL - i dati Istat mostrano che su 22.906.000 lavoratori occupati in complesso, le donne sono 9.277.000 (40,5% del totale), mentre i dati INAIL in merito agli incidenti sul lavoro avvenuti nei primi nove mesi del 2011, confrontati con quelli dell'anno precedente, indicano che il calo degli infortuni femminili è stato pari a -3,4% a fronte del calo degli infortuni maschili, pari a -5% (rispettivamente 174.551 vs 378.649). Invece, per gli infortuni mortali, è stata registrata una crescita di quelli femminili, con 53 casi nel 2010 e 57 nel 2011, crescita dovuta in effetti a quelli verificatisi in itinere passati da 27 a 32, a fronte di una diminuzione degli infortuni mortali maschili con 644 nel 2010 e 634 nel 2011».

«Siamo orgogliose - hanno affermato per l'occasione le senatrici Amati e Colli - di portare avanti questa battaglia a difesa delle donne a fianco all’ANMIL, che dà voce e ascolto ad oltre 450.000 vittime del lavoro, con un impegno di valore a supporto di questioni spesso trascurate. Donne e disabilità rappresentano un binomio che non riceve i riscontri concreti che meriterebbe. In ogni situazione le donne con o senza disabilità sono una risorsa. Crediamo fortemente nella validità e nella necessità di questo Disegno di Legge e per questo ne auspichiamo un esito positivo al fine di avviare una nuova stagione - più sicura e giusta - per il mondo femminile».
«Ringrazio le Senatrici Amati e Colli - ha dichiarato dal canto suo il presidente nazionale dell'ANMIL Franco Bettoni - per aver sostenuto per prime, con determinazione, le nostre rivendicazioni in favore del mondo femminile, trasformandole nel Disegno di Legge presentato oggi, che raccoglie lo studio e l'esperienza maturata in tanti anni dalla nostra Associazione, da sempre vicina alle donne infortunate».

Durante l'evento - che ha visto anche la partecipazione di Emma Bonino, vicepresidente del Senato e presidente della Commissione per le Parità e le Pari Opportunità, sempre del Senato - è stato anche presentato il Calendario 2012 realizzato dall'ANMIL in collaborazione con l'INAIL e con Miss Italia, intitolato Donne che Vincono e consistente in una serie di immagini di dodici donne infortunate sul lavoro e di altrettante Miss titolate nazionali, nell'ultima edizione del celebre Concorso.
«Queste donne eccezionali - ha sottolineato Bettoni, in riferimento al calendario - hanno avuto il coraggio di "mettere in mostra" la propria invalidità fisica e di raccontare come sono avvenuti gli incidenti e le conseguenze anche psicologiche che ne sono scaturite. Insieme alle Istituzioni, ai media e all'opinione pubblica, dobbiamo essere loro riconoscenti e affinché i loro sforzi - insieme a quelli di tutte le altre donne disabili - non siano stati vani, dobbiamo porre la massima attenzione sul tema, tenendo conto soprattutto delle differenze di genere e del principio di uguaglianza e dei diversi riflessi che un infortunio sul lavoro o una malattia professionale possono avere su una donna rispetto a un uomo».

Da segnalare che all'incontro sono intervenute per l'ANMIL anche le componenti del Gruppo Donne per le Politiche Femminili, ideatrici del progetto del calendario (Maria Stella Agnello, Livia Benamati, Anna Di Carlo, Graziella Gneo e Graziella Nori), per l'INAIL il commissario straordinario Gian Paolo Sassi, per Miss Italia la presidente Patrizia Mirigliani e anche la fotografa Tiziana Luxardo, che ha realizzato gli scatti del calendario stesso, insieme alle ventiquattro protagoniste di esso.

Sostegno: nominato un consulente tecnico per accertare il danno esistenziale

Dal sito: www.superando.it

Lo ha stabilito in una recente Sentenza il TAR del Molise, dopo avere comunque sancito che l'Amministrazione Scolastica riassegni le ore di sostegno tagliate a un bimbo con disabilità. Il fatto - da giudicare senz’altro come una riduzione della sfera di libertà di esercizio di azione giudiziale, dal momento che sussiste comunque la sofferenza dell'alunno per non essere stato sufficientemente sostenuto in classe - deve far riflettere le famiglie, perché il rischio, in caso di parere negativo del consulente tecnico, è di doversi accollare sia le spese sostenute che quelle di giustizia
Con la recente Sentenza n. 970, depositata il 19 dicembre 2011, la Sezione Prima del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Molise ha ribadito l'annullamento del provvedimento di una scuola primaria che, rifacendosi all'assegnazione avuta dall'Ufficio Scolastico Regionale, aveva ridotto a sei le ventiquattr'ore di sostegno che una famiglia aveva richiesto, in base alle risultanze del Profilo Dinamico Funzionale.
La Sentenza - come già il TAR del Molise aveva fatto in precedenza [si veda a tal proposito la Sentenza 452/11, della quale il nostro sito si è occupato con il testo disponibile cliccando qui, N.d.R.] - è fondata sul «difetto di motivazione» del provvedimento annullato, dal momento che - malgrado la richiesta conseguente al Profilo Dinamico Funzionale - le sei ore sono state assegnate senza alcuna motivazione, né da parte dell’Ufficio Scolastico né della scuola. E nemmeno può dirsi che la motivazione esplicita o implicita stia nella necessità di tagli alla spesa scolastica, dal momento che - come afferma il TAR - la Sentenza della Corte Costituzionale
80/10 stabilisce che nessun vincolo di bilancio può comprimere il nucleo essenziale di un diritto costituzionalmente garantito come quello delle ore di sostegno indispensabili per il diritto allo studio degli alunni con disabilità.

Ovviamente la Sentenza del TAR molisano condanna l'Amministrazione soccombente alla rifusione delle spese di causa sostenute dalle famiglie. Per quanto riguarda invece la richiesta di risarcimento dei danni biologici conseguenti al mancato numero di ore di sostegno, il Tribunale, distaccandosi da un orientamento che sembrava ormai consolidato, non ha stabilito equitativamente la condanna dell'Amministrazione a una somma pecuniaria, che nelle ultime Sentenze in questo ambito era stata fissata in circa 1.000 euro per ogni mese di ritardo nell'aumento delle ore richieste [se ne legga nel nostro sito rispettivamente cliccando
qui, qui e qui, N.d.R.]. Ha invece nominato un consulente tecnico d'ufficio, che dovrà accertare se, dato lo stato di salute indicato nella documentazione sanitaria agli atti, l'alunno ha subìto un aggravamento a causa del comportamento omissivo dell'Amministrazione.
Invero ciò, pur non pregiudicando l'immediatezza dell’aumento delle ore di sostegno, rende più gravosa la situazione delle famiglie che devono anticipare le spese per il consulente d'ufficio e, se vogliono, anche di uno di parte; laddove poi il consulente tecnico d'ufficio ritenga che non vi siano stati danni, per questa parte del ricorso le famiglie risulterebbero soccombenti, dovendosi non solo accollare le spese sostenute, ma anche quelle di giustizia.
OsservazioniRiteniamo che questo precedente dovrà far riflettere le famiglie, prima di inserire in ricorso anche la richiesta di risarcimento del danno, ovvero se vi siano prove sufficienti per dimostrare quest'ultimo o se non convenga invece rinunciare a tale richiesta.
Ciò sembra per altro costituire una riduzione della sfera di libertà di esercizio di azione giudiziale, dal momento che comunque un danno in sé sussiste, vale a dire la sofferenza dell'alunno per essere stato non sufficientemente sostenuto in classe; un danno fin qui liquidato equitativamente, senza la necessità di sottoporre a perizie il minore e un fatto che comunque costituisce un'intrusione nella sfera più profonda della sua delicatissima personalità.

giovedì 19 gennaio 2012

Ora basta, con le case di riposo lager!

Dal sito: www.superando.it

«Anno dopo anno - è il duro commento di Michele Mangano, presidente dell'Auser, dopo che le cronache hanno riportato in questi giorni l'ennesima situazione di una casa di riposo lager in Liguria, con anziani non autosufficienti e disabili trattati in modo inaudito - le notizie di questo genere si succedono a un ritmo inquietante, arrivano sulle pagine dei giornali, suscitano indignazione per qualche giorno, poi la cronaca macina altre notizie e l'attenzione dei Cittadini volge ad altro. Ora, però, bisogna dire basta. Richiamiamo le autorità e le istituzioni a vigilare sempre affinché le norme e le leggi che regolano l'apertura e la gestione delle RSA e delle case di riposo siano applicate e rispettate con estremo rigore»
«Si stringe lo stomaco e vien voglia di urlare "basta!", nel vedere le immagini della casa di riposo lager, scoperta in Liguria, dove anziani non autosufficienti e disabili vengono trattati con una violenza inaudita dal personale. Questo è l'ennesimo caso riscontrato in Italia, grazie al lavoro encomiabile della Guardia di Finanza e dei NAS. Le immagini di violenza, degrado, squallore, sporcizia, la solitudine di questi anziani indifesi e fragili nelle mani di veri e propri aguzzini ci indignano profondamente e bene hanno fatto le forze dell'ordine ad aprire le porte del carcere».
È il commento di Michele Mangano, presidente nazionale dell'
Auser - la principale organizzazione italiana impegnata sul fronte della terza età - alle notizie provenienti da Borea di Sanremo, in provincia di Imperia, riguardanti una nota (e finora rinomata) casa di riposo, con l'arresto di sette persone.
«Secondo le prove raccolte dai militari dell'Arma - riferiscono in tal senso le cronache - le violenze subite dagli anziani inermi sarebbero state atroci e inaudite: sevizie, percosse, insulti, anziani legati al letto e abbandonati in condizioni igieniche degradanti e indecenti».

«Non avremmo voluto vedere più ciò che abbiamo visto», aggiunge Mangano. «Anno dopo anno le situazioni di case di riposo lager si succedono a un ritmo inquietante, arrivano sulle pagine dei giornali, suscitano indignazione per qualche giorno, poi la cronaca macina altre notizie e l'attenzione dei Cittadini volge ad altro. Ora, però, bisogna dire basta. Richiamiamo le autorità e le istituzioni a vigilare sempre affinché le norme e le leggi che regolano l'apertura e la gestione delle RSA [Residenze Sanitarie Assistenziali o Assistite, N.d.R.] e delle case di riposo siano applicate e rispettate con estremo rigore. Esistono infatti precise norme di accreditamento che fissano in modo chiaro requisiti, standard di sicurezza, rapporto fra anziani ricoverati e operatori e queste regole devono essere rispettate».
 
«Anche il volontariato - conclude il presidente dell'Auser - può fare molto, essere un occhio attento e vigile all'interno delle strutture in cui opera. Il problema è che in molte strutture private, ci è negato l'accesso».
Anche per questo, tra l'altro, l'Auser Nazionale ha predisposto un decalogo con le indicazioni e suggerimenti su come scegliere una casa di riposo.

lunedì 16 gennaio 2012

Integrazione: insediato l'Osservatorio, con tante buone premesse

Dal sito: www.superando.it

Si tratta dell'Osservatorio Permanente per l'Integrazione degli Alunni con Disabilità, insediato appunto - dopo tre anni di sostanziale inerzia - dal nuovo ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Francesco Profumo. Un accordo interistituzionale con i Dicasteri competenti in materia, per un maggiore raccordo delle politiche nazionali in tema di inclusione; l'operatività della normativa sulla formazione iniziale e sulla formazione in servizio dei docenti curricolari; l'avvio in tempi rapidi di nuovi corsi di specializzazione per il sostegno; qualificati corsi di riconversione per i docenti in esubero, che vorranno conseguire la specializzazione per le attività di sostegno: questi i principali impegni assunti per l'occasione dal Ministero, in attesa del prossimo incontro di febbraio
Dopo tre anni di sostanziale inerzia, il nuovo ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Francesco Profumo ha insediato ufficialmente, il 10 gennaio, l'Osservatorio Permanente per l'Integrazione degli Alunni con Disabilità, cui partecipano formalmente anche la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) e la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), le organizzazioni che più decisamente hanno insistito per la costituzione di tale organismo.
Per la prima volta, va detto, hanno partecipato come membri di diritto anche i direttori generali del MIUR competenti in materia - compreso il Dipartimento Università - i rappresentanti del Forum delle Famiglie e di quello degli Studenti, alcuni docenti in rappresentanza delle scuole di ogni ordine e grado.

«L'insediamento dell'Osservatorio - come si può leggere in una nota della FISH - ha visto i partecipanti affrontare nell'immediatezza una serie di problemi concreti, con il coordinamento del sottosegretario Elena Ugolini».
Ascoltate dunque le questioni urgenti e le proposte avanzate dai rappresentanti delle associazioni e dai componenti del Comitato Tecnico, il Ministero si è impegnato a realizzare un accordo interistituzionale con i Dicasteri competenti in materia, per un maggiore raccordo delle politiche nazionali in tema di inclusione; a rendere operativa la normativa sulla formazione iniziale e sulla formazione in servizio dei docenti curricolari; ad avviare in tempi rapidi i nuovi corsi di specializzazione per il sostegno; a garantire qualificati corsi di riconversione per i docenti in esubero, che vorranno conseguire la specializzazione per le attività di sostegno.
«L'attenzione - viene segnalato ancora dalla FISH - si è incentrata altresì sulla continuità educativo-didattica, sulla qualità dell'integrazione e sulla trasparenza dei dati».

L'Osservatorio verrà ora riconvocato nel mese di febbraio prossimo, per rendere immediatamente operative le proposte presentate.
Da ricordare infine che il Ministro ha annunciato anche la volontà di celebrare la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità di quest'anno alla presenza del Presidente della Repubblica e degli altri Ministri, appuntamento che sarà preceduto da iniziative promosse in tutte le scuole, rivolte a studenti, docenti e famiglie, in collaborazione con le Associazioni presenti nell’Osservatorio.

impossibilità accesso disabili autobus ventimiglia‏

Caro Gabibbo,
mi chiamo Giuseppe, ho 36 anni, e sono un ragazzo disabile costretto in carrozzina e portatore di handicap grave, vivo a Ventimiglia (Imperia), e ti scrivo questa lettera per portarti a conoscenza di un grave problema. Ti scrivo non solo per me ma anche per altri ragazzi che sono in carrozzina come me. Gli autobus della mia città non sono attrezzati di 'scivoli' che consentono l'imbarco di carrozzine con la conseguente impossibilità per noi disabili di utilizzare i mezzi pubblici di città.
L'azienda di trasporti locale si chiama RT (Riviera Trasporti) ed era già stata interpellata da una ragazza con il mio stesso identico problema e la loro risposta è stata che non c'erano 'soldi'. Mi risulta però che su altre tratte alcuni mezzi sono attrezzati di 'scivolo'. A proposito di questo ti metto qui un breve articolo tratto dal giornale online SanremoNews che illustra un'altro, grave, aspetto del problema:

"
Un nostro lettore, Mirko Ferranti, ci invia un reclamo spedito anche alla Riviera Trasporti:
"Oggi, 26 dicembre alle 15.30, ho preso l'autobus da Arma di Taggia a Sanremo alla fermata di via Blengino di fronte alla vecchia stazione. Quando l'autobus si è fermato ho chiesto all'autista se fosse disponibile lo scivolo per l'accesso in carrozzina. La prima risposta è stata 'No'. Avendo però visto che la porta centrale era equipaggiata di scivolo ribaltabile ho insistito. L'autista è sceso, ha preso visione dello scivolo e ha dichiarato che non poteva farmi salire perchè la piattaforma era elettrica ma non funzionante. Ho insistito facendo notare che quel tipo di scivolo è manuale, al che l'autista è risalito sull'autobus dicendo che avrebbe telefonato per chiedere istruzioni. Nel frattempo chi mi accompagnava ha fatto ruotare lo scivolo e richiamato l'autista per mostrargli il funzionamento. Nel salire mi sono lamentato con l'autista della sua scarsa conoscenza del mezzo ricevendone qualche risposta un pò polemica. Perchè i vostri autisti non sono istruiti sul funzionamento delle dotazioni dei vostri mezzi? Gli ausili per consentire l'accesso ai disabili sono altrettanto importanti delle altre funzioni dell'autobus al fine di garantire il servizio di trasporto pubblico, anzi, a ben vedere, sono tra le più importanti se si pensa che l'evacuazione del mezzo, in caso di necessità, dovrebbe avvenire sotto la supervisione dell'autista. Il grado di superficialità con cui viene trattato il problema dell'accesso dei disabili ai vostri mezzi, come ho riscontrato in questa ed in altre occasioni, è veramente molto grave".
 Carlo Alessi
"

Io sono stato a Rimini e gli autobus erano tutti attrezzati per noi disabili. C'è una legge in merito, ne riporto un breve paragrafo:

"
L'art. 26 delle Legge 104 è intitolato "mobilità e trasporti collettivi". Esso attribuisce alle Regioni le modalità con le quali i comuni dispongono gli interventi per consentire alle persone handicappate la possibilità di muoversi liberamente sul territorio, usufruendo, alle stesse condizioni degli altri cittadini, dei servizi di trasporto collettivo appositamente adattati o di servizi alternativi. In questo senso le Regioni sono tenute a redigere dei piani regionali di trasporto e dei piani di adeguamento delle infrastrutture urbane.
Sono i  comuni a dover assicurare modalità di trasporto individuali per le persone handicappate non in grado di servirsi dei mezzi pubblici.
 
"
Il problema è chiaro, non ho altro da aggiungere. Sarei felice però se tu venissi a Ventimiglia per mettere in evidenza le nostre difficoltà.
 
Un abbraccio
Grazie
 
Giuseppe Asciutto
 

mercoledì 11 gennaio 2012

Etica e disabilità: riflessioni e quesiti

Dal Sito: http://www.superando.it/
 
Fecondazione medicalmente assistita, patologie geneticamente trasmissibili, consenso informato, rapporto medico-paziente, fine vita, condizioni degradanti negli ospedali psichiatrici giudiziari: prendendo spunto da un recente libro di Michela Marzano, pur non esplicitamente dedicato al tema "Etica e disabilità", proviamo a riflettere e a interrogarci su una serie di questioni in qualche modo connesse con la disabilità, tutte davvero delicate e important

Recentemente è stato tradotto dal francese il testo di Michela Marzano L'éthique appliquée (Paris, PUF/Presses Universitaires de France, 2008), che in italiano è diventato Etica oggi (Trento, Erickson, 2011). Si tratta di un'opera che procede interrogandosi e che proprio nel porre domande (e che domande!), induce anche il lettore più distratto a concludere che, almeno sulle questioni etiche, al dubbio spetta un posto di riguardo.
Il libro, come fa meglio capire il titolo originale, tratta appunto il tema dell'"etica applicata", prendendo in esame diverse situazioni di vita che sollevano problematiche di carattere morale. Si parla, ad esempio, di fecondazione assistita, del rapporto medico-paziente, del «diritto di morire», di etica ambientale, dei diritti dell'uomo, di «guerra giusta», di liberazione sessuale, di responsabilità sociale delle imprese.
Un testo chiaro e sintetico che contiene tutti gli elementi essenziali a inquadrare le diverse tematiche. In esso non è toccato esplicitamente il tema Etica e disabilità e tuttavia, prendendo spunto dagli argomenti che vi si trattano e ritenendo che sondare questo binomio possa essere interessante, abbiamo iniziato a riflettere su alcune situazioni che sollevano questioni etiche e che, al contempo, sono in qualche modo connesse con la disabilità. Gli spunti e i quesiti che esse sollevano sono davvero tanti e importanti e se le risposte sono tutte da trovare, almeno iniziamo a interrogarci.

Il primo tema che sembra intimamente connesso con la disabilità è la fecondazione medicalmente assistita. In Italia questa materia ha trovato una disciplina giuridica con la Legge
40/04 che rispetto a quella di altri Paesi europei, è una normativa particolarmente restrittiva.
La fecondazione medicalmente assistita è consentita infatti solo nei «casi di sterilità o di infertilità da causa accertata e certificata da atto medico»; è vietata la fecondazione eterologa e sono vietate le indagini pre-impianto dell'embrione (divieto dichiarato per altro illegittimo dalla Sentenza
151/09 della Corte Costituzionale). Vietata è infine - salvo casi eccezionali - anche la crioconservazione.
Posto che non è corretto esprimere valutazioni senza tener conto delle specificità del contesto, è comunque difficile capire cosa renda il contesto italiano così particolare, da considerare inammissibili pratiche che sono legali appena varcati i confini nazionali. Non si capisce, ad esempio, perché solo chi è interessato da sterilità o da infertilità possa accedere a queste pratiche, e non anche - sempre ad esempio - chi è interessato da patologie geneticamente trasmissibili che hanno come esito disabilità importanti.
Ferma la condanna delle pratiche eugenetiche, perché questi interventi non possono essere utilizzati per la prevenzione di alcune malattie? Inoltre, la norma del 2004 sembra sancire un diritto dell'embrione più forte di quello della donna e della coppia, ma una volta impiantato nell'utero materno, altre disposizioni normative (la Legge 194/78 sull'interruzione volontaria di gravidanza) stabiliscono l'esatto contrario: non è una contraddizione?
Altra domanda di dubbia risposta: perché si può adottare il bambino di un'altra coppia, ma non una cellula uovo o uno spermatozoo?

Anche concetti come "consenso informato" e "rapporto medico-paziente" sembrano acquisire sfumature particolari quando si combinano con la disabilità.
Marina Cometto, madre di Claudia, una donna con disabilità gravissima, ha dovuto aspettare trentotto anni per sapere che la disabilità della figlia è dovuta alla
sindrome di Rett [anche il nostro sito ha dato spazio a questa storia. Se ne legga cliccando qui, N.d.R.]. Certo, non si può generalizzare, ma più le malattie sono rare, più il diritto ad essere informati sulla salute rischia di trasformarsi in una "caccia al tesoro" per chi ne è interessato (direttamente o per casi familiari), spesso senza nemmeno disporre di quel minimo di strumenti critici utili a valutare l'attendibilità e la trasparenza delle fonti informative consultate.
Davanti a queste situazioni come può l'individuo compiere scelte consapevoli? Come può «accedere alla condizione di soggetto» di cui parla Marzano nel suo testo? (pagina 37 di Etica oggi).

Negli anni scorsi due casi di cronaca hanno scosso l'opinione pubblica italiana imponendo una riflessione sui temi del fine vita: quello di Piergiorgio Welby (1) e quello di Eluana Englaro (2). Due casi molto diversi tra loro che hanno sollevato questioni etiche altrettanto diverse, ma che avevano in comune il fatto di cercare nella Legge e nel diritto una risposta a situazioni personali.
Davanti a queste due vicende ciò che ha colpito maggiormente è stata la generale impreparazione della società italiana nell'affrontare i temi posti dai casi in questione. Nei media e sul web prima, a livello istituzionale poi, era difficile trovare confronti ponderati e argomentati. Spesso, quelli che avrebbero dovuto essere confronti, erano più propriamente scontri che sarebbe riduttivo definire accesi.
Viviamo in una società in cui si parla poco e male di invecchiamento, malattia, disabilità, imperfezione e morte, dunque non desta sorpresa constatare questa generale impreparazione. Ciò che invece suscita sconcerto è il fatto che, una volta passata l'onda mediatica suscitata da casi eclatanti, la comunicazione su questi temi si incanali sui consueti binari. Cosa deve succedere per far capire che quelle vicende non riguardano singoli casi di persone estranee,
ma interrogano la persona in quanto tale?
Il 20 marzo 2011 la trasmissione televisiva Presa diretta ha mandato in onda uno scioccante documento della commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale del Senato della Repubblica (visionabile cliccando
qui), nel quale viene descritta la situazione terrificante in cui vivono i malati degli ospedali psichiatrici giudiziari. Il presidente della Repubblica Napolitano li ha definiti «luoghi indegni di un Paese appena appena civile».
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948), la Costituzione della Repubblica Italiana (1948), la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura e altri Trattamenti Crudeli, Inumani o Degradanti (1984), la
Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (2006): gli strumenti per fermare l'orrore non mancherebbero, ma nessuno ancora è riuscito a fermarlo (3). Com'è possibile?
La disabilità è un concetto in evoluzione. Negli ultimi anni le istanze delle persone con disabilità sono state inquadrate sempre più nell'ambito della rivendicazione dei diritti umani. Lo Stato Italiano, però, pur avendo ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità [Legge 18/09, N.d.R.], ha proseguito nella cancellazione progressiva del Fondo per le Politiche Sociali e di quello per la Non Autosufficienza. I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), cioè le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a garantire a tutti i Cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione, sono aggiornati al 2001, mentre i Livelli Essenziali dell'Assistenza Sociale (LIVEAS), formalmente previsti nel 2000, non sono mai stati definiti. In tema di ausili, infine, siamo fermi al 1999.
Sorge a questo punto un dubbio:
la politica può permettersi di fare a meno dell'etica?

Note
(1) Piergiorgio Welby
(1945-2006) era un uomo affetto da una severa patologia neuromuscolare. Il decorso della malattia lo portò a ritrovarsi immobile su un letto, costretto a dover espletare alcune funzioni vitali (respirare, nutrirsi, parlare) tramite macchinari. Welby non voleva vivere così e pertanto, perfettamente lucido e cosciente, ha chiesto - e ottenuto - che i macchinari venissero staccati (la pagina dedicata a Piergiorgio Welby su Wikipedia è raggiungibile cliccando
qui).
(2) Eluana Englaro (1970-2009) era una giovane donna che, in seguito a un incidente stradale, ha vissuto in stato vegetativo per diciassette anni, sino a quando il padre, Beppino Englaro, dopo anni di battaglie legali, ha ottenuto dal giudice l'autorizzazione a interrompere la nutrizione artificiale. Beppino Englaro ha sempre sostenuto che, prima che accadesse l'incidente, Eluana aveva avuto modo di esprimersi su un analogo episodio che aveva coinvolto un compagno di scuola morto in seguito a un incidente di moto. Eluana aveva dunque dichiarato ai propri genitori che il suo amico era stato fortunato a morire subito e che lei, trovandosi in un'analoga situazione, non avrebbe potuto tollerare di essere mantenuta in vita artificialmente (la pagina dedicata a Eluana Englaro su Wikipedia è raggiungibile cliccando
qui).
(3) A tal proposito segnaliamo la campagna web
Stop Opg.it per l'abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari (cliccare
qui). 
*Testo già apparso nel sito del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), con il titolo Etica e disabilità, intanto iniziamo ad interrogarci e qui ripreso, con alcuni riadattamenti, per gentile concessione.
L'opera da cui si prende spunto è: Michela Marzano,
Etica Oggi. Fecondazione eterologa, «guerra giusta», nuova morale sessuale e altre questioni contemporanee, Trento, Erickson, 2011. Ricordiamo infine che un'ampia intervista a Michela Marzano (Il corpo e la disabilità al femminile
) è apparsa alla fine del 2010 nel nostro sito, anch'essa curata da Simona Lancioni per conto del Gruppo Donne UILDM.
Michela Marzano è ordinario di Filosofia all'Université Paris Descartes (Sorbonne-Paris-Cité) e nel 2009 è stata dichiarata da «Le Nouvel Observateur» come uno dei pensatori più originali e fecondi del mondo. Sono numerose le sue pubblicazioni, sia in italiano, che in francese.

Tempo di iscrizioni all'anno scolastico 2012-2013

Dal Sito: www.superando.it

È stata una Circolare Ministeriale del 29 dicembre scorso a fissare le disposizioni relative alle iscrizioni nelle scuole di ogni ordine e grado, determinando la data conclusiva di tale operazione al 20 febbraio prossimo. Ne analizziamo le parti che direttamente e indirettamente riguardano gli alunni con disabilità

Con la Circolare n. 110 del 29 dicembre scorso, il Ministero dell'Istruzione ha emanato le disposizioni relative alle iscrizioni nelle scuole di ogni ordine e grado, fissando la data conclusiva di tale operazione al 20 febbraio prossimo.
Nelle Premesse del provvedimento si dispone espressamente che: «Le domande di iscrizione [siano] accolte entro il limite massimo dei posti complessivamente disponibili nella singola istituzione scolastica, limite definito sulla base delle risorse di organico e dei
piani di utilizzo degli edifici scolastici predisposti dagli Enti Locali competenti. Resta inteso, comunque, che l'Amministrazione scolastica deve garantire in ogni caso, soprattutto per gli alunni soggetti all'obbligo di istruzione, la fruizione del diritto allo studio attraverso ogni utile forma di razionalizzazione e di indirizzo a livello territoriale». Ciò significa, per un verso, che è l'organico di diritto a determinare il numero delle classi, ma anche il rispetto delle leggi sulla sicurezza delle aule e degli edifici che, com'è noto, non consentono di norma più di venticinque alunni per classe.OsservazioniAl proposito la Circolare non fa alcun riferimento al Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) 81/09 - del quale tuttavia si dovrà tenere conto - il cui articolo 5, comma 2 prevede che, di norma, una classe ove siano presenti alunni con disabilità non possa superare il numero di venti alunni, elevabile a ventidue in forza dell'articolo 4 dello stesso DPR, ma anche riducibile a meno di venti, in forza del medesimo articolo 4 e anche dell'articolo 8, sempre del DPR 81/09.
Ciò, unitamente all'insufficiente capienza di singole aule, può legittimare la richiesta di sdoppiamenti di classi e quindi di aumenti di organico (se ne legga già in questo sito cliccando
qui e anche qui).

L'articolo 1, poi, della Circolare prodotta nei giorni scorsi, nel precisare che le richieste di tempo pieno e prolungato possono essere accolte secondo la disponibilità delle risorse assegnate, richiama la normativa sul diritto all'istruzione domestica o parentale e all'adempimento dell'obbligo scolastico sino al compimento del sedicesimo anno di età.
OsservazioniCon riguardo all'istruzione parentale, è opportuno ricordare che la Sentenza 226/01 della Corte Costituzionale stabilisce che per gli alunni con disabilità essa non è una valida modalità di adempimento dell'obbligo scolastico, poiché per loro l'unica forma di scolarizzazione è data dall'inclusione.
Quanto al termine dei sedici anni per l'adempimento dell’obbligo scolastico, è da tener presente che per gli alunni con disabilità esso può adempiersi sino al compimento del diciottesimo anno di età, alla luce dell'articolo 14, comma 1, lettera c della Legge
104/92.

L'articolo 2 ribadisce quindi che all'obbligo scolastico si possa adempiere anche tramite i corsi di formazione professionale e i corsi di istruzione per gli adulti.
OsservazioniQui è bene ricordare che gli alunni che al compimento del diciottesimo anno di età non abbiano ancora completato la scuola secondaria di primo grado, devono continuare gli studi presso i centri di istruzione per gli adulti - come stabilisce la già citata Sentenza 226/01 della Corte Costituzionale - e che quelli con disabilità abbiano in tali centri il diritto a tutti i benefìci previsti dal loro diritto allo studio inclusivo, secondo quanto stabilito dall'Ordinanza Ministeriale 455/97, richiamata dalla medesima Sentenza 226/01.

E ancora, l'articolo 3 stabilisce che per le iscrizioni alle scuole superiori, i genitori indichino altre due scuole, nel caso la domanda non possa essere accolta per eccesso di iscrizioni e per l'applicazione dei criteri di priorità stabiliti nella preventiva Delibera del Consiglio di Istituto che, come detto nelle Premesse, dev'essere pubblicata all'Albo di Istituto prima delle iscrizioni, senza necessitare di autorizzazioni ministeriali, dovendo per altro rispondere a criteri di ragionevolezza.
In caso poi di trasferimento di scuola, anche ad anno scolastico iniziato, dev'essere rilasciato il nullaosta.
OsservazioniIn tali criteri sembrerebbe poter rientrare anche la Delibera di non iscrivere in una classe più di due alunni con disabilità non grave, sulla base dell'analogo criterio indicato dalle Linee Guida Ministeriali per l'Integrazione Scolastica del 4 agosto 2009 e dalla già citata Circolare Ministeriale 63/11.
In caso di trasferimento di scuola di un alunno con disabilità - stante la norma dello spostamento dei docenti anche per il sostegno solo su propria decisione - è da ritenere che l'alunno abbia diritto a chiedere un altro docente per le attività di sostegno.

L'articolo 4, infine, riguarda espressamente gli alunni con disabilità e vi si precisa innanzitutto che per l'iscrizione occorre la certificazione di disabilità di cui al Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM)
185/06 e il Profilo Dinamico Funzionale (PDF), che va aggiornato alla fine di ogni grado di scuola, come previsto dall'articolo 12, comma 8 della Legge 104/92 e dall'articolo 4, comma 4 del DPR del 24 febbraio 1994.
Sulla base quindi delle esigenze ivi indicate, vanno formulate nel Piano Educativo Individualizzato (PEI) le richieste delle risorse necessarie (sostegno, assistenza per l'autonomia e la comunicazione, trasporto, assistenza igienica, eliminazione di barriere architettoniche e sensopercettive ecc.), come stabilito dall'articolo 9, comma 15 e dall'articolo 10, comma 5 della Legge
122/10, che richiama il principio del rispetto delle «effettive esigenze» dell'alunno, stabilito dalla Legge 296/06, articolo 1, comma 605, lettera b.
Si precisa che gli alunni con disabilità frequentanti la scuola secondaria di primo grado che non abbiano ancora compiuto 18 anni prima dell'inizio del nuovo anno scolastico e che conseguano agli esami solo l'attestato con la certificazione dei crediti formativi maturati, hanno diritto - con il semplice attestato - a iscriversi alle scuole superiori, al solo fine di conseguire un altro attestato agli esami finali.
OsservazioniCirca le certificazioni necessarie per l'iscrizione, è da ritenersi che nulla sia mutato a seguito della Direttiva n. 14 del 29 dicembre 2011 del Ministero della Pubblica Amministrazione e della Semplificazione, secondo la quale «tutti gli status, le qualità personali e i fatti» di cui all'articolo 46 del DPR 445/00, risultanti da certificazioni pubbliche, devono essere prodotti alle Amministrazioni Pubbliche tramite autocertificazione sostitutiva di atto di notorietà. Infatti, il citato articolo 46 elenca tassativamente le qualità personali che devono essere autocertificate e tra queste non figurano le certificazioni di disabilità.
Pertanto, all'atto dell'iscrizione, si deve continuare a consegnare alla scuola la certificazione di cui al citato DPCM 185/06 in originale.

Quanto poi all'aggiornamento del Profilo Dinamico Funzionale, esso dev'essere effettuato non dalla sola ASL, ma da tutto il Gruppo di Lavoro Handicap Operativo (GLHO), composto dagli operatori della stessa ASL che seguono l'alunno, da tutto il Consiglio di Classe dell'ultimo anno del grado di scuola e dalla famiglia, come stabilito dall'articolo 12, comma 5 della Legge 104/92.
Pertanto, è evidentemente illegittima la prassi secondo cui molte scuole richiedono alle sole ASL l'aggiornamento della Diagnosi Funzionale (DF), in luogo dell'aggiornamento del PDF, che non è di competenza della sola ASL.
Tutto, per altro, diverrebbe più semplice se si applicasse l'Intesa Stato/Regioni del
20 marzo 2008 che prevedeva l'accorpamento della DF con il PDF, ma che non ha trovato ancora attuazione.

Va detto in conclusione che questo articolo 4 della Circolare 110/11 chiarisce definitivamente che solo gli alunni che non hanno compiuto i 18 anni prima dell'inizio dell’anno scolastico possono iscriversi alle scuole superiori con il semplice attestato.
Tale norma trova i suoi logici fondamenti nella Sentenza
215/87 della Corte Costituzionale, che ha affermato il diritto pieno e incondizionato di tutti gli alunni con disabilità, anche gravissima, a realizzare l'inclusione nelle scuole superiori. Tale Sentenza, però, per essere applicabile, necessitava di una norma che consentisse l'iscrizione alle scuole superiori anche in assenza del diploma di licenza media. Ebbene, questa norma è stata emanata con l'articolo 11, comma 12 dell'Ordinanza Ministeriale 90/01, confermata dall'articolo 9 del DPR 122/09, secondo la quale, tuttavia, tale possibilità eccezionale è giustificata dalla necessità di consentire agli alunni con disabilità di adempiere l'obbligo scolastico sino al compimento del diciottesimo anno di età, come sopra detto, anche nelle scuole superiori.

*Vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap). Responsabile del Settore Legale dell'Osservatorio Scolastico dell'
AIPD (Associazione Italiana Persone Down). Il presente testo riadatta una scheda già pubblicata nel sito dell'AIPD, per gentile concessione.

lunedì 9 gennaio 2012

Info

Carissimi utenti, dal 31 Gennaio 2012, il sito di blog Splinder chiuderà, pertanto la nostra attività di informazione sul pianeta handicap continuerà a essere presente, in modo da rendere sempre più semplice il servizio.

Felice anno nuovo!!!