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venerdì 30 marzo 2012

Dal sito: www.riviera 24.it 
Bordighera - Ottimo esordio dell’iniziativa, per il primo appuntamento curato dal Ristorante Romolo aMarea di Bordighera e dai cuochi dell’Associazione Descu Rundu.
 
Martedì scorso, 27 marzo, si è svolta al Centro Sociale Spes di Roverino, la prima cena a “km zero”, curata dal Ristorante “Romolo aMarea” di Bordighera.
Centodieci fortunati “gourmands” hanno potuto condividere a tavola le specialità cucinate dallo chef Romolo Giordano e dai cuochi dell’Associazione “Descu Rundu”. Il servizio in sala è stato curato in modo impeccabile dai ragazzi della Spes.
Il ricavato della cena è stato destinato interamente a favore della Cooperativa Sociale “Spes” di Varase, sorta allo scopo di sostenere l’inserimento socio lavorativo dei ragazzi disabili dei laboratori di ortocoltura e di cucina della Spes.
Viste le numerose prenotazioni, cui gli organizzatori non hanno potuto dare positivo riscontro, su sollecitazione del presidente Luciano Codarri, Romolo si è impegnato a riproporre una cena nel prossimo mese di ottobre. La buona riuscita della serata è dovuta anche al prezioso sostegno del Rotary Club di Sanremo.

Anche le prossime cene del programma “Km zero tra mare e orti”, con il Ristorante “Da Erio” ed “Il Ristorante dei Pescatori da Antonio” di Vallecrosia saranno tutte all’insegna del km zero, con menù a base di piatti tipici locali a € 30,00
Prenotazioni alla “Spes” nr. 0184.355800 – spes_auser@libero.it
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

mercoledì 28 marzo 2012

Tavolo Permanente di Confronto tra Governo, Terzo Settore e Volontariato

Dal sito: www.superando.it

Ha avviato il proprio lavoro a Roma il Tavolo Permanente di Confronto tra Governo, Terzo Settore e Volontariato, che fornirà il contesto per un confronto fattivo sull'impostazione delle politiche che coinvolgono o hanno riferimento diretto con il Terzo Settore e il Volontariato, come, ad esempio, gli effetti delle modifiche della normativa fiscale sulle organizzazioni sociali, l'armonizzazione dei registri e delle banche dati riguardanti le diverse soggettività o le tematiche relative al 5 per mille
Su iniziativa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, si è svolto a Roma, il 26 marzo, il primo incontro del Tavolo Permanente di Confronto tra  Governo, Terzo Settore e Volontariato, coordinato dal sottosegretario Maria Cecilia Guerra e composto da rappresentanti del Forum Nazionale del Terzo Settore - al quale aderisce anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) -, di CSVnet (Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato) e della ConVol (Conferenza Permanente Presidenti Associazioni e Federazioni Nazionali di Volontariato).

Il Tavolo - che potrà essere convocato su iniziativa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - fornirà il contesto per un confronto fattivo sull'impostazione delle politiche che coinvolgono o hanno  riferimento diretto con il Terzo Settore e il Volontariato, come, ad esempio, gli effetti delle modifiche della normativa fiscale sulle organizzazioni sociali, l'armonizzazione dei registri e delle banche dati riguardanti le diverse soggettività o le tematiche relative al 5 per mille, verificandone le modalità attuative e di rendicontazione.
L'iniziativa si pone anche come spazio di opportuna relazione e di possibile raccordo con le rappresentanze delle Regioni e degli Enti Locali.
Particolare attenzione, infine, sarà data alla formazione, finalizzata alla costruzione di specifiche competenze di settore del personale che si occuperà di tutte le tematiche sopra indicate.

I «paletti» della FISH sulla revisione dell'ISEE

Dal Sito: www.superando.it

Tenere in considerazione, oltre al reddito e al patrimonio, anche il rischio di impoverimento a causa della disabilità e della non autosufficienza; definire - prima di applicare in modo stringente l'ISEE - i Livelli Essenziali dell'Assistenza Sociale, ancora assenti nel nostro impianto normativo; non considerare reddito le provvidenze assistenziali, quali la pensione sociale o l'indennità di accompagnamento per i disabili gravi: sono queste le richieste fondamentali espresse dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), in un ampio documento inviato al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Fornero e al sottosegretario Guerra, in vista dell'elaborazione del Decreto che modificherà le modalità di determinazione e i campi di applicazione dell'ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente)

Com'è ormai noto da tempo, uno dei prossimi punti nell'agenda del Governo Monti riguarderà la ridefinizione dell'ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), cioè lo strumento di calcolo della disponibilità economica dei nuclei familiari. Il Governo, infatti, in forza dell'articolo 5 del cosiddetto provvedimento "Salva-Italia" (Legge 214/11), dovrà rivedere sia le modalità di determinazione che i campi di applicazione dell'ISEE.
«Si tratta - leggiamo in una nota della
FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) - di un passaggio indubbiamente delicato e che interessa un'ampia gamma di servizi sociali e agevolazioni tariffarie e, potenzialmente, fiscali. Dagli asili nido ai centri diurni per persone con disabilità, dal ricovero in RSA [Residenze Sanitarie Assistite, N.d.R.] alle agevolazioni tariffarie sui consumi elettrici, tanto per citare alcuni esempi. In sostanza, sono interessati un gran numero di nuclei familiari (sono circa 7 milioni le Dichiarazioni ISEE compilate ogni anno) e le premesse normative fissate dalla Manovra Monti richiamano la volontà di rivedere la definizione di reddito disponibile e di migliorare la capacità selettiva dell'Indicatore, valorizzando in misura maggiore la componente patrimoniale e consentendo una differenziazione dell'Indicatore stesso per le diverse tipologie di prestazioni».

Tutte questioni che anche la FISH ritiene naturalmente di estremo interesse e per questo la Federazione - in previsione dell'elaborazione del nuovo Decreto attuativo - ha inviato al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero e al sottosegretario Maria Cecilia Guerra, un articolato documento di analisi e proposta per la revisione dell'ISEE, denominato appunto Considerazioni sulla revisione dello strumento dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) e dei suoi ambiti di applicazione (consultabile integralmente cliccando
qui).
«In questo nostro documento - viene spiegato dalla FISH - emerge con forza la necessità di tenere in considerazione, oltre al reddito e al patrimonio, anche il rischio di impoverimento a causa della disabilità e della non autosufficienza. Viene sottolineata quindi l'importanza di definire - prima di applicare in modo stringente l'ISEE - i Livelli Essenziali dell'Assistenza Sociale, ancora assenti nel nostro impianto normativo. Viene inoltre ribadita l'importanza di non considerare reddito le provvidenze assistenziali, quali la pensione sociale o l'indennità di accompagnamento per i disabili gravi, né che quest’ultima sia condizionata dallo stesso ISEE».

lunedì 26 marzo 2012

Liguria: facciamo il punto sulla situazione (critica) dell'integrazione scolastica

Dal sito: www.superando.it

Studenti con disabilità in aumento, mentre vengono sempre più "tagliati" gli insegnanti e le ore di sostegno. Ma anche sovraffollamento delle aule, inserimento "selvaggio" di più alunni con disabilità in una stessa classe e docenti di sostegno impropriamente utilizzati per coprire le ore di supplenza: di fronte a questa situazione dell'integrazione scolastica - ritenuta «critica» dalla Consulta Regionale Ligure sulla Disabilità e da quella Provinciale e Comunale di Genova - si è ritenuto opportuno convocare un incontro il 28 marzo a Genova, per cercare di fare il punto e di programmare eventuali azioni

«L'aumento di ventimila unità degli alunni con disabilità certificata scardina il rapporto di due alunni disabili per singolo insegnante di sostegno. In molte realtà scolastiche, inoltre, viene segnalato un sovraffollamento delle aule, un inserimento "selvaggio" di più alunni con disabilità per classe e un utilizzo improprio del docente di sostegno per coprire le ore di supplenza».
La denuncia parte dalla Consulta 
Regionale della Liguria per la Tutela dei Diritti della Persona Handicappata e in particolare da una nota prodotta dalla Commissione Scuola della Consulta Comunale e Provinciale di Genova per i Problemi degli Handicappati, composta da Silvana Benzi, Giorgio Cereseto e Giacomo Piombo.

«L'integrazione scolastica - si legge ancora nella nota - la cui normativa in Italia costituisce un vanto presso tutti gli altri Paesi del mondo, ha subìto negli ultimi anni un forte calo di attenzione, dovuto non ad arretramenti normativi, ma a notevoli tagli alla spesa pubblica». In tal modo, quindi, «l'inerzia generalizzata e  il mancato rispetto della pur avanzata legislazione hanno determinato forti arretramenti nella qualità dell'integrazione precedentemente realizzata».
Per fare dunque il punto su tale situazione dell'integrazione nella scuola pubblica - ritenuta «critica» - le Consulte hanno indetto una riunione, prevista per mercoledì 28 marzo a Genova, presso la sede del Liceo Cassini (Via Galata, 34 canc., ore 16).
Per l'occasione è stata inoltrata una specifica richiesta di partecipazione anche al referente per l'integrazione scolastica della Direzione Regionale Liguria, per poter disporre dei dati aggiornati, relativi all'anno scolastico in corso.

venerdì 23 marzo 2012

Buona cucina e solidarietà, alla Spes Auser alcuni tra i migliori chef della provincia

Ventimiglia - Si chiama “Km zero tra mari e orti” l’iniziativa che in tre serate, tra fine marzo e metà aprile, vedrà una serie di ristoratori di alto livello allestire tre cene al Centro Sociale di Roverino

Da Rviera24.it
Tre appuntamenti con la grande cucina e con la generosità di alcuni dei migliori ristoratori della Riviera di Ponente. Martedì 27 marzo, giovedì 12 aprile e venerdì 20 aprile il Centro Sociale della Spes, in collaborazione con il Cespim, ospiterà tre serate di grande gastronomia, inserite nell’iniziativa “Km zero tra mare e orti”, il cui ricavato sarà devoluto dagli chef alle iniziative dell’Associazione di parenti ed amici di portatori di handicap.
Il programma inizierà, come detto, martedì 27 marzo alle ore 20 con la cena cucinata dallo chef Romolo, del Ristorante Romolo aMarea di Bordighera, con la collaborazione di tutta l’Associazione Descu Rundu, che comprende anche i ristoranti Agua Bistrò del Mare, La Cicala, Magiargè e L’Aranceto di Bordighera, Osteria dell’Acqua Dolce di Dolceacqua, Apricale da Delio di Apricale e Bagni La Playa di Ospedaletti. Il menù della prima serata comprende: Tortini di acciughe e verdure, Flan di broccoletti con fonduta di toma di pecora brigasca, Ravioli di carciofi al tocco di noci, Scaloppa di pesce lama con caponatina di peperoni, Zabaione di Apricale con le pansarole.
Il secondo appuntamento, di giovedì 12 aprile sempre alle ore 20, sarà invece curato dal Ristorante Erio di Vallecrosia e il menù include: Aperitivo della casa, 6 Antipastini misti (salmone affumicato, brandacujun, insalata russa, frittelle di verdure, zucchine ripiene, bresaola con rucola e grana), Lasagnette fatte in casa al pesto con patate e fagiolini grigliate al forno, Carrello con noce di vitello al forno con contorno di verdurine grigliate, Torta della casa, Vino, Acqua e Caffè. Nell’occasione, come nella tradizione del ristorante, al termine della cena sono previsti musica dal vivo e ballo.
Le prime due cene saranno preparate con la partecipazione, in qualità di sponsor, di Marr e Partesa Bevande
La terza cena è in calendario venerdì 20 aprile, sempre alle 20, è sarà preparata da cuochi e staff del Ristorante dei Pescatori – da Antonio, di Vallecrosia, con il seguente menù: Aperitivo con sarde naira e Focaccia con cipolla dolce, Stoccafisso accomodato, Buridda di seppie con fagioli bianchi di Pigna, Risotto con gamberi rossi di Sanremo e zucchine, Pescato locale al forno con verdure di stagione prodotte dalla Spes a Varase, Degustazione di formaggi di capra,  Crostata di frutta all’olio extravergine di oliva. Alla terza serata, oltre al Ristorante dei Pescatori, hanno dato il loro patrocinio anche Azienda Vitivinicola Cascina Nirasca, Andrea Lanteri produzione formaggi di capra – Pigna, Menù srl, Pescheria Biancheri – Bordighera.
Per ogni cena è previsto un costo di 30,00 euro a persona, comprendente i menù come indicato e, dove previsto, la musica e il ballo. La prenotazione è obbligatoria. L’incasso sarà devoluto alla Spes per le iniziative a sostegno dell’attività dei ragazzi diversamente abili.

mercoledì 21 marzo 2012

Una città senza barriere è possibile!

Dal sito: www.superando.it

Buoni i risultati ottenuti dal Progetto "Vediamo di Muoverci!", lanciato un anno e mezzo fa dall'UNIVOC di Napoli (Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi), con il finanziamento del locale Centro Servizi per il Volontariato, iniziativa voluta per affrontare e cercare di risolvere i problemi posti da una città troppo piena di barriere per le persone con disabilità e in particolare per quelle con disabilità visiva. Se ne parlerà il 22 marzo, nel corso di un convegno cui parteciperanno le varie componenti coinvolte nell'iniziativa
Si concluderà dopo diciotto mesi di intensa attività, giovedì 22 marzo a Napoli, con l'omonimo convegno previsto nell'Antisala  dei Baroni al Maschio Angioino (ore 15), il progetto dell'UNIVOC locale (Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi) denominato Vediamo di Muoverci!, finanziato dal Centro Servizi per il Volontariato di Napoli (CSV) [se ne legga anche nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.].
Nel corso dell'anno e mezzo appena trascorso, sono stati coinvolti nell'iniziativa numerosi studenti, le Istituzioni locali - tra cui l'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Napoli e l'Assessorato alla Scuola della Provincia di Napoli - le aziende di trasporto CTP e ANM, i sindacati CGIL, CISL e UIL e il sindacato USB dei taxi, che hanno svolto insieme un importante e significativo percorso, per affrontare e risolvere i problemi posti da una città troppo piena di barriere per i disabili.

Al convegno del 22 marzo parteciperanno il vicepresidente della Provincia di Napoli Gennaro Ferrara e l'assessore comunale alle Politiche Sociali Sergio D'Angelo, con i vertici nazionali e locali dell'
UICI (Unione Italiana dei  Ciechi e degli Ipovedenti), le scuole e le strutture universitarie che hanno partecipato al progetto, e tutte le persone con disabilità visiva e i volontari che hanno reso possibile, con la loro collaborazione, il buon andamento dell'iniziativa.
Vediamo di Muoverci! si era sostanzialmente proposto alcuni obiettivi prioritari, vale a dire diffondere tra i non vedenti e gli ipovedenti la cultura dell'autonomia e della mobilità personale; sviluppare la consapevolezza del diritto a muoversi in ogni luogo in autonomia; far rispettare le leggi che tutelano i  cittadini con disabilità visiva contro le barriere architettoniche e culturali; promuovere nei cittadini comportamenti virtuosi sul piano del rispetto delle leggi che garantiscano a tutti il diritto all'autonomia; richiamare tutte le Istituzioni - da quelle locali a quelle nazionali - a svolgere la propria funzione sui territori cittadini e provinciali, nel rimuovere le varie barriere che impediscono la libera circolazione dei disabili; coinvolgere in una campagna di sensibilizzazione le scuole, le università, i giornali, le radio e le televisioni, per diffondere, tramite buone prassi, il diritto alla mobilità per tutti i cittadini e per i disabili in particolare.

Durante il convegno conclusivo, verranno dunque illustrati i risultati raggiunti, che hanno superato di gran lunga gli stessi ambiziosi obiettivi iniziali, insieme ai lavori del Tavolo Istituzionale costituito con gli attori del tessuto sociale. Sarà inoltre presentata la campagna di sensibilizzazione promossa dall'UNIVOC tramite una casella dedicata di posta elettronica (
segnalaciunabarriera@univocdinapoli.org), voluta per suggerire ai cittadini, agli autisti dei mezzi di trasporto e ai rappresentanti istituzionali i corretti comportamenti, necessari per consentire la mobilità alle persone con disabilità visiva. Verrà infine proiettato un video che rappresenta la sintesi per immagini del lavoro svolto in un anno e mezzo di impegno, che ha sicuramente significato una crescita culturale per la città, ma anche per tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di Vediamo di Muoverci! il cui maggior risultato è stato senz'altro quello di far ritenere possibile una "città senza barriere".

Forse proprio le donne con disabilità potrebbero rompere certi schemi

Dal sito: www.superando.it

Parlando di strumentalizzazione del corpo della donna, del corpo delle donne con disabilità, di manipolazioni a fini commerciali, di concorsi di bellezza "riservati" o di "salsa mediatica" delle iniziative solidali, il punto centrale, secondo Barbara Pianca - che raccoglie in tal senso gli interessanti stimoli offerti sempre su queste pagine da Marta Pellizzi - è «cercare una strada che prescinda dalle categorie e vada nel senso della dignità umana e della sacralità (niente a che fare con la religiosità) del corpo». «E forse - conclude - le donne con disabilità, proprio per la loro specificità corporea, hanno in sé, in potenza, la forza dirompente di rompere degli schemi terribili e violenti che oggi tengono incatenate molte di noi, alienandoci dai nostri corpi»

Il discorso sulla strumentalizzazione del corpo della donna è lungo, profondo, tortuoso e a tratti quasi "disperato". Qualche anno fa, il documentario Il corpo delle donne di Lorella Zanardo - con Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù - ha letteralmente spopolato, regalando agli Autori un successo che li ha portati ad andare in giro per le scuole e in altri luoghi di aggregazione e a scrivere un libro per la Feltrinelli.
Vuol dire che il tema interessa, "prende allo stomaco" molte donne e non solo le donne. Nel documentario si mostra quello che di brutto c'è in quest'Italia "televisiva", fatta di soubrette mezze nude e di pubblicità scosciate, svestite, scollate. Da aggiungere - e non certo a gloria - c'è che questo fenomeno è quasi tutto italiano. Non che manchino altri Paesi dove il corpo della donna viene esibito come un oggetto - vedi la Francia - ma ciò non accade ad esempio nel Nord Europa, e se parli con una newyorkese delle veline, ti guarda con due occhi così.
Da loro le organizzazioni delle donne "se li mangiano", programmi televisivi del genere. Pur con tutte le contraddizioni dell'industria hollywoodiana e dello star system in generale.

Alle donne piace piacere, e chi lo nega. È un istinto legato alla tensione riproduttiva innata nella specie. Ma svendersi è un'altra cosa, significa perdere il contatto con il proprio corpo anziché appropriarsene. Soprattutto, la sensualità è un'altra cosa, è fatta di capacità di essere incarnate e di vivere nei sensi. È un'energia, una vibrazione, una forza che emana la donna consapevole di sé.
C'è una danzatrice italiana, il suo nome è Giulia Mion, che propone un percorso intitolato Danza della Dea, inserendosi in una visione che ha a che fare con la percezione sacra del corpo femminile. Dico questo perché il documentario Il corpo delle donne lavora in negativo, condannando quello che di brutto in quest'Italia c'è.
Uno potrebbe dire: ma allora come faccio, non posso più mettermi una minigonna o non posso più fare la modella, altrimenti vuol dire che supporto una visione svilente del modello femminile? Certo che no, non è questo il punto. Il punto è trovare il coraggio di sé, e di riferimenti per approfondire questo percorso ce ne sono tanti. Ci sono donne che dedicano la loro vita a questi argomenti. Alla Bellezza come capacità di emanare una luce.

Ho scritto fin qui e non sto ancora parlando di disabilità. Perché le donne sono donne e il discorso sulla strumentalizzazione del nostro corpo ci riguarda tutte.
Certo, il corpo delle donne con disabilità ha delle caratteristiche peculiari e viene recepito dal mondo dell'immagine in modo particolare. Per lo più viene snobbato, come racconta l'aspirante modella Cinzia Rossetti, che con il suo book fotografico aveva sollevato l'attenzione di qualche agenzia di moda, salvo poi venire scaricata una volta dichiarata la propria disabilità (se ne legga in questo sito cliccando
qui). Ma può anche venire sfruttato o manipolato, come ha recentemente denunciato Marta Pellizzi su queste pagine (clicare qui), riflettendo in particolare sulla recente iniziativa romana Modelle & Rotelle.
In effetti a volte sembra che in questi ambiti la donna con disabilità (non tutte, alcune) corra un passo indietro rispetto alla donna senza disabilità (non tutte, alcune), cercando di raggiungerla. Per quella con disabilità fisica è un obiettivo inserirsi nel mondo dell'immagine, perché vuole sentirsi uguale a tutte le altre anche dal punto di vista del piacere di mostrare il proprio corpo.
Una peculiarità di Modelle & Rotelle sta proprio nell'aver messo a sfilare insieme modelle professioniste e donne in carrozzina, sottolineando ancor di più l'allineamento, l'integrazione. Un'integrazione che è anche un po' inclusione, quando la donna con disabilità si inserisce nel mondo dell'immagine a suo modo, portando le sue caratteristiche specifiche, indossandoselo "a sua misura". Intanto, però, le donne che del mondo dell'immagine fanno già parte (alcune) danno questo dato per acquisito e riflettono sulla possibilità di andare oltre. Lo fanno anche quelle che pur non facendone parte lo analizzano con spirito critico.

Il discorso della "salsa mediatica" delle iniziative solidali - mi riferisco sempre all'interessante stimolo offerto dall'articolo di Marta Pellizzi - è un discorso serio che ha a che fare con la dignità umana e che, in quanto tale, ancora una volta comprende tutte le situazioni e non solo quelle che hanno a che fare con il mondo della disabilità. Anche perché qualcuno allora potrebbe dire: perché posso pubblicizzare un'iniziativa commerciale con un linguaggio accattivante e invece nella campagna solidale devo restare sui temi sociali senza confondere i piani? Non è discriminazione anche questa? E si entrerebbe in un giro che non finisce più.
Quanto ai concorsi di bellezza "riservati", chiedo a Marta: ma il punto è non farli proprio, questi concorsi, oppure farne di "misti", dove la gara si sposti su altri piani? E su quali? Perché a Miss Italia, ad esempio, le ragazze mostrano anche delle "piccole abilità", rendendosi per molti versi ben più ridicole di prima, o comunque non spostando il punto centrale. Che, secondo me, è cercare una strada che prescinda dalle categorie e vada nel senso della dignità umana e della sacralità (niente a che fare con la religiosità) del corpo.
E forse le donne con disabilità - proprio per la loro specificità corporea - hanno in sé, in potenza, la forza dirompente di rompere degli schemi terribili e violenti che oggi tengono incatenate molte di noi, alienandoci dai nostri corpi.

Quel che i Cittadini con disabilità di Roma devono sapere

Dal sito: www.superando.it

Devono sapere, ad esempio, che la proposta di riforma di assistenza domiciliare rischia di tagliare il 50% dell'assistenza in loro favore. E mentre vi è anche grave disagio per il ritardo dei pagamenti sull'assistenza indiretta, ai sensi della Legge 162/98, con una mozione in tal senso votata dal Consiglio Comunale di Roma, secondo Dino Barlaam, direttore dell'Agenzia per la Vita Indipendente di Roma, «è necessaria una forte mobilitazione delle persone con disabilità e delle loro famiglie affinché vengano posti al centro dell'attenzione i loro bisogni reali, senza "confonderli" con scelte irresponsabili e poco etiche»
Circa trenta persone con disabilità, tra le quali anche il direttore dell'AVI di Roma (Agenzia per la Vita Indipendente) Dino Barlaam, hanno presenziato, nell'aula consiliare del Comune Capitolino, all'approvazione unanime di una mozione, sottoscritta da Daniele Ozzimo, nella quale si chiede una maggiore attenzione nella puntualità dei pagamenti dell'assistenza indiretta.

«Da diversi anni - si scrive tra l'altro nel documento - l'Amministrazione finanzia, ai sensi della legge n.
162/98, DGR n. 877/02, progetti di assistenza alla persona finalizzati a favorire la vita indipendente gestiti direttamente dai cittadini disabili che lo richiedono e dalle loro famiglie [grassetti nostri in questa e nelle successive citazioni, N.d.R.]». «Tale forma di assistenza alla persona - si aggiunge - viene offerta ad oltre 700 cittadini disabili di Roma Capitale, che pur avendo apprezzato e trovato soluzione in tale forma assistenziale, non sempre hanno risorse economiche significative, in grado di anticipare le spese maturate per diversi mesi». Inoltre, «diverse persone disabili si sono lamentate dei ritardi nei pagamenti delle somme liquidate dai municipi, i quali spesso non sono stati ancora erogati per i periodi di gennaio e febbraio 2012, ma in alcuni casi anche relativi alla fine dell’anno 2011».
«Tale situazione - rileva ancora la mozione - rischia di mettere le persone disabili, in qualità di datori di lavoro, in condizione di irregolarità nella gestione del rapporto contrattuale instaurato con l'assistente ed allo stesso tempo in condizione di eccessiva precarietà i lavoratori impiegati in tale forma di assistenza».
Citando dunque «la
Convenzione ONU sui diritti delle persone disabili» e in particolare l'articolo 19, che «prevede il diritto alla vita indipendente», oltre all'articolo 3 della Costituzione, che «garantisce pari dignità della persona, contrastando ogni forma di discriminazione basata anche sulle condizioni personali ed economiche», si impegnano il Sindaco e l'Assessore competente a pagamenti regolari, anche adottando «una procedura uniforme, a livello cittadino, dei tempi e strumenti di rendicontazione delle spese, di liquidazione e di pagamento del finanziamento».

Un passaggio certamente positivo, in una fase, per altro, in cui permangono gravi preoccupazioni, dettate ad esempio dalla proposta di riforma dell'assistenza domiciliare. A proposito di quest'ultima, secondo Barlaam, essa «rischia di tagliare del 50% l'assistenza in favore delle persone disabili, le quali dovranno anche pagare anche il ticket sull'assistenza». «Le persone e le famiglie - continua il direttore dell'AVi di Roma - debbono sapere infatti che dopo aver ricevuto la lettera di presentazione dei documenti, verranno valutate in base a una scheda sostanzialmente elaborata per certificare la riduzione del bisogno assistenziale, senza indicare l'obiettivo della valutazione, ovvero dell'assistenza. Noi sosteniamo invece che l'assistenza dev'essere finalizzata al rispetto dell'articolo 19 della Convenzione ONU - Legge
18/09 dello Stato - ovvero garantendo la possibilità di vivere insieme agli altri. Quella proposta di riforma e la scheda di valutazione in essa contenuta non sono orientate in tale direzione».
«Diventa pertanto necessaria - conclude Barlaam - una forte mobilitazione delle persone con disabilità e delle loro famiglie affinché vengano posti al centro dell'attenzione i loro bisogni reali, senza "confonderli" con scelte irresponsabili e poco etiche.

lunedì 19 marzo 2012

Verso l'Europa dei diritti, non l'Europa dei tagli

 
«In una situazione di welfare decrescente - scrive Franco Bomprezzi, prendendo spunto dalla sua vicenda personale legata a un recente infortunio -, di servizi ridotti all’osso, di tagli lineari decisi a livello centrale e scaricati in verticale sulle Regioni e sui Comuni, il rischio evidente e concreto è che una fascia consistente di persone che sono riuscite, faticosamente, a conquistarsi una relativa autonomia, siano ricacciate indietro, verso l'area della non autosufficienza. Non possiamo, però, permetterci di vanificare un percorso lungo decenni che ci ha portato verso l'Europa dei diritti, non l'Europa dei tagli»

Questo lungo periodo di convalescenza [dell'infortunio di Franco Bomprezzi il nostro sito si è occupato nel novembre scorso, con il testo intitolato In quella brulicante «officina della salute», disponibile cliccando qui, N.d.R.] mi è molto servito per confrontarmi con me stesso, sul senso della mia esistenza, sul passato, sui ricordi, sul mio rapporto con la disabilità che mi appartiene e mi connota da quando sono nato.
Ammetto che questa volta ho avuto sinceramente paura di non riuscire a tornare alla consueta autonomia personale, faticosa e complessa, ma reale, e frutto di un lavoro minuzioso di decenni, sui movimenti, sulla postura, sul rapporto fra il mio corpo, un tutore ortopedico, la sedia a rotelle, lo spazio che mi circonda, gli ausili, la casa, l'automobile. Una paura più che comprensibile, se è vero che mi avvicino ai sessant'anni, e dunque legittimamente il mio organismo potrebbe aver rallentato nei processi di calcificazione delle ossa, e la muscolatura avrebbe tutto il diritto di non rispondere rapidamente ai miei comandi.

Ho potuto contare su un servizio assiduo, competente e affettuoso, di assistenza domiciliare, che mi ha accompagnato per mesi, consentendomi almeno le operazioni fondamentali della vita quotidiana: alzarmi, lavarmi, vestirmi. Ogni giorno, mattina e sera, perché da solo non ci sarei riuscito.
Avrei potuto adagiarmi su questa sicurezza, su questo aiuto robusto e puntuale. Ma avrei tradito me stesso, il mio modo di concepire la vita, e la sfida, mai terminata, con i miei limiti. E allora piano piano, giorno dopo giorno, ho fatto un piccolo tentativo in più per forzare i movimenti, per riprendere i gesti consueti, specialmente da quando, a metà gennaio, ho avuto la conferma che le fratture, non si sa come, si stavano saldando, senza problemi né ulteriori conseguenze invalidanti.
Ho perciò costretto chi mi aiutava, ad aiutarmi ogni giorno di meno, poco alla volta. Ossia a essermi vicino, per darmi sicurezza, con la garanzia di un possibile intervento rapido a supporto dei miei movimenti ancora incerti e impauriti. Ma poi, gradualmente, ce l'ho fatta, fino a quando, non molti giorni fa, sono riuscito a fare di nuovo tutto da me: alzarmi, lavarmi, vestirmi, uscire di casa, guidare.

C'è una contraddizione, dunque, tra la mia situazione di disabilità, reale, consistente - conseguenza di una malattia genetica delle ossa che io cerco di dimenticare, ma che pure esiste e non fa sconti -, e la concezione che oggi sembra prevalere nella comunicazione complessiva, anche politica, sui diritti delle persone disabili. Il mio comportamento, infatti, va in direzione ostinata e contraria, puntando alla normalità, all'autosufficienza, alla libertà dal bisogno. E non solo perché secondo me è giusto provarci, sempre e comunque. Ma anche perché se ognuno di noi fosse messo in condizione di dare il meglio di sé, in termini di auotodeterminazione e di indipendenza, si potrebbe davvero garantire maggiore aiuto e servizio a chi autosufficiente non è e non sarà mai.
Ma il punto difficile, forse, da capire, è proprio questo: anche le persone come me, "a metà del guado", sono persone con disabilità. Non siamo "falsi invalidi". Senza una rete di protezione, una serie di servizi, di ausili, di strutture riabilitative, perderemmo rapidamente la nostra autonomia, e diventeremmo, come si usa dire, persone con "handicap grave". Ecco qual è il punto: in una situazione di welfare decrescente, di servizi ridotti all’osso, di tagli lineari decisi a livello centrale e scaricati in verticale sulle Regioni e sui Comuni, il rischio evidente e concreto è che una fascia consistente di persone che sono riuscite, faticosamente, a conquistarsi una relativa autonomia, siano ricacciate indietro, verso l'area della non autosufficienza.

Non possiamo permetterci di vanificare un percorso lungo decenni che ci ha portato verso l'Europa dei diritti, non l'Europa dei tagli.
Nel mio ritorno alla normalità, nuovamente alle prese con riunioni, convegni, attività di ogni genere, non voglio perdere la lucida consapevolezza di quanto valga questa mia ricchezza di vita, conquistata con orgoglio e con fatica, e alla quale non voglio rinunciare, continuando a lottare, il più a lungo possibile.

martedì 13 marzo 2012

Welfare in Calabria: ripartiamo dalla crisi

Dal sito: www.superando.it

«Inclusione sociale: utopia o realtà per le persone con disabilità in Calabria?»: ci sembra che il titolo di uno degli interventi del seminario organizzato per il 16 marzo a Lamezia Terme (Catanzaro) dalla FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) fotografi al meglio i contenuti di tale appuntamento, con il quale proseguirà il Progetto "Bilanci per i diritti", avviato dalla FISH Nazionale, che prevede in totale ben ventidue eventi formativi in varie Regioni
«Attesi, rispettati, negati, violati, sospesi, agiti e assopiti»: sono le varie definizioni date ai diritti dalla FISH Calabria (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), che attorno a tali concetti farà ruotare il seminario formativo sul tema Welfare in Calabria. Diritti. Ripartiamo dalla crisi, organizzato per venerdì 16 marzo a Lamezia Terme (Catanzaro) (Grand Hotel Lamezia, ore 15-30-18.30), nuovo appuntamento - dopo quelli in Sardegna, Lombardia e Umbria - del Progetto Bilanci per i diritti, verificare e comunicare l'uso delle risorse associative per la promozione dei diritti delle persone con disabilità, avviato dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) - grazie anche al cofinanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - e che prevede in totale ben ventidue eventi formativi promossi in varie Regioni (Abruzzo, Calabria, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria e Valle d'Aosta).

Dopo i saluti delle autorità, interverranno Pietro Barbieri, presidente nazionale della FISH (Tagli e riforme. Cambia il welfare in Italia e nelle Regioni) e Antonio Saffioti della FISH Calabria (Inclusione sociale: Utopia o realtà per le persone con disabilità nella Calabria?).
Seguirà la tavola rotonda Welfare in Calabria: proposte, strategie e prospettive inclusive, coordinata da Maria Scaramuzzino, giornalista del «Redattore Sociale», cui parteciperanno, insieme al già citato Barbieri, Francescantonio Stillitani, assessore alle Politiche Sociali della Regione Calabria, Alessandra Derosa, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Cosenza, Giuseppe Varacalli, presidente di Federsanità dell'ANCI Calabria (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Nunzia Coppedé, presidente della FISH Calabria e Rosanna Durante dell'Associazione Il Girasole di Lamezia Terme.

Nuovo processo patologico individuato nella sclerosi multipla

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Uno studio internazionale finanziato dalla FISM - la Fondazione che agisce a fianco dell'AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) - e coordinato dai ricercatori dell'Istituto San Raffaele di Milano, ha consentito di individuare un processo patologico alla base della malattia cronica del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i giovani adulti. Come spiega Cinthia Farina, coordinatrice della ricerca, questo potrebbe «condurre allo sviluppo futuro di nuove terapie neuroprotettive»
La ricerca sulla sclerosi multipla compie un ulteriore passo avanti: infatti, uno studio internazionale finanziato dalla FISM - la Fondazione che agisce a fianco dell'AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) -, coordinato dai ricercatori dell'Istituto San Raffaele di Milano e pubblicato da «The Journal of Experimental Medicine», ha individuato un processo patologico alla base della malattia cronica del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i giovani adulti.
In particolare, una serie di indagini condotte in vitro e su modelli animali hanno dimostrato come gli astrociti, cellule del sistema nervoso centrale, giochino un ruolo importante nello sviluppo della patologia: l'ossido nitrico prodotto dalla risposta astrocitaria alle neurotrofine sarebbe l'agente cruciale responsabile della neurodegenerazione.

L'obiettivo dei ricercatori era di analizzare appunto il ruolo degli astrociti in eventi neurodegenerativi, declinando i risultati nel contesto della sclerosi multipla, al fine di comprendere come queste cellule possano intervenire nel processo patologico a essa connesso.
Oltre a essere la popolazione cellulare più numerosa nel sistema nervoso centrale e a offrire supporto metabolico e trofico ai neuroni, gli astrociti si dimostrano determinanti per la formazione di quel tessuto cicatriziale in cui ha luogo una reazione infiammatoria acuta, necessaria per la risoluzione della lesione e la ricostruzione del tessuto. Una proprietà fondamentale per la presente ricerca, questa, dato che nella sclerosi multipla si assiste spesso a una cronicizzazione delle lesioni, associata a demielinizzazione e neurodegenerazione permanente.

Il punto di partenza dello studio è stato il riscontro di una forte espressione del recettore TrkB delle neurotrofine sugli astrociti nelle lesioni da sclerosi multipla e nel modello animale.
Le neurotrofine costituiscono una famiglia di fattori di crescita, il cui capostipite è il Nerve Growth Factor su cui tanto ha lavorato il Premio Nobel Rita Levi Montalcini, presidente onorario sia dell'AISM che della FISM. Queste molecole - essendo importanti per la sopravvivenza, lo sviluppo e la funzione dei neuroni - sono ritenute benefiche per la neuroprotezione e la neurorigenerazione.
E tuttavia, studiando il modello animale della sclerosi multipla in topi geneticamente modificati, i ricercatori hanno riscontrato un meccanismo sorprendente: la forte espressione del recettore TrkB sugli astrociti, e quindi la maggiore sensibilità alle  neurotrofine, risulta nella produzione di ossido nitrico un responsabile cruciale dei danni da sclerosi multipla poiché porta alla morte dei neuroni.
Le analisi in vitro e in vivo condotte dai ricercatori hanno dimostrato infatti come questo processo patologico crei un ambiente permissivo all'infiltrazione di cellule immunitarie e alla neurodegenerazione.
Risulta perciò verosimile che una forte espressione del recettore TrkB sull'astrocita contribuisca in maniera decisiva ai danni neuronali propri della sclerosi multipla, dato il suo ruolo nella produzione di ossido nitrico.

Si tratta senz'altro di una scoperta che potrebbe aprire le porte a progressi anche in ambito clinico, come illustra Cinthia Farina, coordinatrice dello studio e responsabile del Laboratorio di Ricerca di Immunobiologia delle Malattie Neurologiche presso l'Istituto di Neurologia Sperimentale (INSpe), Dipartimento di Neuroscienze dell'IRCCS San Raffaele di Milano: «Descriviamo per la prima volta - dihiara Farina - un nuovo processo patologico che sottolinea il contributo dell'astrocita alla neurodegenerazione; l'utilizzo di approcci di medicina traslazionale [per ricerca traslazionale si intende quella ricerca biomolecolare pre-clinica che produce risultati rapidamente trasferibili all'attività clinica, N.d.R.] ci ha permesso di comprendere le implicazioni di queste osservazioni nel caso specifico della sclerosi multipla. In questo modo siamo giunti a conclusioni di grande rilevanza: in futuro, strategie volte a bloccare il processo neurodegenerativo innescato dalle neurotrofine tramite l'astrocita potrebbero condurre allo sviluppo di nuove terapie neuroprotettive

Validità del contrassegno in tutta Italia: la strada è aperta

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Nei giorni scorsi, infatti, è stato approvato alla Camera un emendamento al cosiddetto "Decreto Semplificazioni", sul quale successivamente l'aula di Montecitorio ha votato la fiducia. L'iniziativa, promossa dalle deputate Schirru e Codurelli, renderà ora necessario un decreto del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, d'intesa con la Conferenza Unificata, per arrivare finalmente alla validità del contrassegno per disabili su tutto il territorio nazionale

«Con decreto del Ministro dei trasporti e delle infrastrutture e della salute, previo parere con la conferenza unificata di cui all'articolo 8, del decreto legislativo 28 agosto 1987 [in realtà 1997, N.d.R.], n. 281, sono disciplinate le modalità per il riconoscimento della validità su tutto il territorio nazionale del contrassegno invalidi di cui al comma 2 dell'articolo 381 del decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, e successive modificazioni [grassetto nostro, N.d.R.]»: è questo l'emendamento approvato nei giorni scorsi alle Commissioni Affari Costituzionali e Attività Produttive, che ha modificato il testo del Decreto Legge 5/12 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione di sviluppo), meglio noto come "Decreto Semplificazioni", sul quale successivamente l'aula di Montecitorio ha votato la fiducia. L'iter del provvedimento dovrebbe concludersi nei prossimi giorni al Senato.

A firmare l'emendamento - che in sostanza renderà necessario un decreto del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, d'intesa con la Conferenza Unificata, ovvero tramite il coinvolgimento degli Enti Locali, portando appunto alla validità del contrassegno per disabili su tutto il territorio nazionale - sono state le deputate Amalia Schirru e Lucia Codurelli, che dichiarano soddisfatte: «Era inconcepibile pensare che la semplificazione non contemplasse la possibilità di circolare e parcheggiare fuori i confini della propria città, se non dopo una macchinosa e preventiva richiesta di mobilità. Questo emendamento recepisce, finalmente, quanto prevedono le convenzioni europee e dell'ONU in materia di rispetto dei diritti dei disabili».

Un buon passo in avanti, riteniamo, in un iter per altro ancora tutto da completare, in attesa che si arrivi a risolvere anche un'altra annosa questione - da noi più volte trattata -, vale a dire l'adozione in Italia del contrassegno standard europeo

lunedì 12 marzo 2012

Buone notizie dalla Sardegna: «ritrovati» quei fondi «spariti»

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Non si tratta naturalmente di fantomatici "tesori" di corsari, ma di quei 5 milioni di euro improvvisamente tagliati, nel novembre scorso, dal Bilancio Regionale della Sardegna, e destinati all'assistenza per l'autonomia e la comunicazione di oltre quattromila studenti con disabilità. Ora infatti, grazie alla positiva azione di alcuni Consiglieri Regionali, quei fondi sono stati interamente ripristinati, con la possibilità anche di arrivare a un miglioramento del servizio, sia per quantità che per qualità
«Spariti dal Bilancio Regionale della Sardegna i fondi per l'assistenza scolastica!»: era stata questa, nel novembre scorso (se ne legga cliccando qui), la nostra denuncia, con la quale avevamo ripreso il messaggio ricevuto da Marco Espa, Giuseppe Cuccu e Mario Bruno, tutti componenti dell'Ottava Commissione Pubblica Istruzione nel Consiglio Regionale della Sardegna, dichiaratisi «stupefatti», dopo avere esaminato il Bilancio Regionale, per «il taglio di 5 milioni di euro (su 5 milioni disponibili) improvvisamente effettuato sugli indispensabili fondi necessari all'assistenza scolastica degli studenti con disabilità delle scuole sarde di ogni ordine e grado, ciò che mette a rischio i percorsi di integrazione oramai conquistati per ben più di quattromila studenti con disabilità, giacché dai nostri primi calcoli il taglio previsto, che colpirà gli Enti Locali, sarebbe di più di 260.000 ore di servizi personalizzati». Si parla dell'assistenza - è sempre bene precisarlo - riferita all'autonomia e alla comunicazione, ovvero quel servizio di supporto effettuato tramite educatori e assistenti che i Comuni e le Province devono garantire obbligatoriamente agli studenti in base alla Legge 104/92, ciascun Ente per le rispettive competenze (i Comuni per la scuola dell'infanzia, quella primaria e quella secondaria di primo grado, le Province per quella secondaria di secondo grado).

Ebbene - dopo che qualche settimana fa vi era stato un primo reintegro di 4 milioni di euro, in parallelo, tra l'altro, a un'importante Sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sardegna (
n. 00034/12), che aveva condannato la Provincia di Cagliari a integrare le ore di assistenza educativa specialistica, considerando queste ultime «un diritto soggettivo degli alunni con disabilità, non condizionabile da esigenze di bilancio» - sono ora gli stessi Consiglieri Espa, Cuccu e Bruno a darci con soddisfazione una buona notizia, scrivendo che finalmente «una buona pagina di politica si è conclusa in Consiglio Regionale: infatti, con un emendamento di sintesi tra quello  del centrosinistra, da noi presentato, e quello del centrodestra, sono stati interamente ripristinati i fondi per i quattromila studenti con disabilità delle scuole sarde, grazie a una votazione avvenuta all'unanimità».
Ricordano poi che «in un primo momento la Giunta Regionale aveva dato parere negativo, ma successivamente, con l'impegno di tutti, è stato ripristinato l'intero fondo, con una previsione di risorse di 15 milioni di euro per i prossimi tre anni».
Aggiungono infine - dato ulteriormente positivo - che «con una norma migliorativa rispetto al passato, gli Enti Locali devono mantenere la quota di finanziamento storico con fondi propri, in modo che il contributo regionale serva davvero ad aumentare la qualità e la quantità del servizio».

Per questa volta, dunque, fa davvero piacere dover registrare il "ritrovamento" di 5 milioni di fondi "scomparsi", anche se, naturalmente, l'auspicio è quello di non dover più denunciare "sparizioni" del genere.

Docenti in sovrannumero: d'accordo per il sostegno, ma solo se di qualità

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Una delle tante "Leggi di Stabilità" del 2011 ha previsto anche che i docenti risultanti sovrannumerari a causa della "Riforma Gelmini" - che ha ridotto il numero delle ore di insegnamento e soppresso talune discipline - effettuino corsi di riqualificazione professionale, tra i quali anche quelli riguardanti il sostegno all'inclusione degli alunni con disabilità. Esonerando però i partecipanti dai tirocini in classe con gli alunni disabili e dagli insostituibili laboratori che propongono situazioni simulate di apprendimento, il Ministero rischia ora di svuotare sostanzialmente la qualità di quei corsi e il livello di quegli insegnanti di sostegno che ne dovrebbero emergere. Si tratta di un'ipotesi del tutto inaccettabile da parte delle famiglie di alunni con disabilità e delle associazioni che le tutelano
L'articolo 19, comma 11 della Legge 111/11 [una delle tante "Leggi di Stabilità" o "Manovre Finanziarie" dello scorso anno, N.d.R.] prevede che i docenti risultanti sovrannumerari a causa della "Riforma Gelmini" - che ha ridotto il numero delle ore di insegnamento e soppresso talune discipline - effettuino corsi di riqualificazione professionale, tra i quali anche corsi di specializzazione per il sostegno all'inclusione degli alunni con disabilità.
Appena appresa la notizia, le associazioni dei familiari degli alunni con disabilità si sono allarmate e in occasione del primo incontro dell'Osservatorio Ministeriale per l'Integrazione degli Alunni con Disabilità, tenutosi il 10 gennaio scorso alla presenza del ministro Profumo [se ne legga nel nostro sito cliccando
qui, N.d.R.], hanno ottenuto l'impegno ufficiale da parte del Ministero che i corsi sarebbero stati volontari e della stessa qualità dei normali corsi di specializzazione. Anzi, a tal proposito, il Ministero stesso aveva riunito la Commissione composta da propri esperti e da rappresentanti delle associazioni, che avevano formulato un programma sostanzialmente identico a quello dei normali corsi. Conseguentemente si era proceduto alla revoca di un bando per la nomina di tutor dei corsi, iniziativa che non dava garanzie di qualità.

E tuttavia, in occasione del secondo incontro dell'Osservatorio - riunitosi il 29 febbraio - un funzionario ministeriale ha riferito che i corsi di riqualificazione avrebbero avuto la stessa struttura e modalità procedurale di quelli normali, ad eccezione del fatto che i partecipanti sarebbero stati esonerati dallo svolgimento dei tirocini e dei laboratori, trattandosi di docenti già in servizio da tempo.
Tale novità non è di scarsa rilevanza. Infatti, i tirocini si svolgono in classe con gli alunni con disabilità e consentono ai futuri docenti per il sostegno di apprendere in concreto le tecniche e  di sperimentare le didattiche specifiche che dovranno poi praticare da specializzati. Per quanto concerne i laboratori, essi propongono situazioni simulate di apprendimento guidato dai futuri docenti e quindi costituiscono un'esperienza insostituibile nel curricolo formativo.
È pur vero che questi corsisti sono dei docenti in servizio da tempo, però essi non hanno mai visto un alunno con disabilità e quindi - per gli aspetti delle didattiche speciali - è come se non avessero mai insegnato. Non è quindi pensabile che si possa ufficialmente collocarli a svolgere un ruolo delicatissimo, senza mai aver provato non solo ad operare con gli alunni con disabilità, ma anche con i colleghi curricolari, con i quali dovrebbero realizzare una seria inclusione scolastica.

Riteniamo pertanto di dover invitare il Ministero a mantenere le promesse del 10 gennaio, pena la certezza dello scadimento del livello dell'inclusione e la reazione delle associazioni, che sicuramente non mancheranno di rivendicare la qualità per questo delicatissimo compito. E invitiamo anche il ministro Profumo a far rispettare dai suoi collaboratori dirigenziali l'impegno preso con le associazioni, provvedendo a far dare esecuzione a quanto affermato durante la precedente riunione dell'Osservatorio.
Le famiglie, infatti, sono stanche di doversi rivolgere continuamente ai TAR (Tribunali Amministrativi Regionali), per ottenere il rispetto della normativa in tema di assegnazione di ore di sostegno, del numero massimo di alunni per classe e di non concentrazione di alunni con disabilità nella stessa classe. Sarebbe quindi davvero assurdo che ora dovessero anche intraprendere un nuovo tipo di ricorso al TAR, per pretendere il rispetto della normativa sulla qualità della formazione dei docenti per il sostegno, avvalendosi ad esempio della Sentenza del Consiglio di Stato
245/00.

La pressante richiesta delle associazioni, dunque, di ripristino dei tirocini e dei laboratori per i corsi di specializzazione dei docenti soprannumerari, dovrebbe andare nella stessa direzione voluta dal Ministero, che ha pure emanato il Decreto
249/10 sulla formazione iniziale dei futuri docenti curricolari, il quale prevede un certo numero di crediti formativi sulla didattica dell'inclusione scolastica e di cui si chiede una pronta attuazione.
A ciò dovrà seguire anche un accordo con i Sindacati per la previsione dell'obbligo di aggiornamento in servizio di tutti i docenti, sempre in tema di inclusione scolastica. Sono questi, infatti, gli aspetti irrinunciabili della qualità di tutta la scuola, di cui i corsi di specializzazione per i sovrannumerari costituiscono un primo significativo tassello.
*Vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap).

Se ci si mettono anche quelli che dovrebbero controllare...

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Sarà pur vero che quei posti riservati ai disabili, all'Aeroporto di Milano Malpensa, erano monitorati da una telecamera e che se una persona con disabilità ne avesse avuto bisogno sarebbero stati liberati, e tuttavia ci sembra quanto meno opportuno il messaggio-appello lanciato qualche giorno fa da Simone Fanti, nel blog "InVisibili" del «Corriere della Sera», ove si allarga la prospettiva anche a casi riguardanti macchine delle forze dell'ordine tranquillamente sistemate sui parcheggi dei disabili e si lancia un appello a segnalare ogni caso simile a questi

Ben volentieri riprendiamo il messaggio-appello lanciato nei giorni scorsi da Simone Fanti, all'interno di InVisibili, il nuovo blog sulla disabilità del «Corriere della Sera.it» (se ne legga nel nostro sito cliccando qui).
«Venerdì 17 febbraio, ore 8, al parcheggio di Milano Malpensa - ha scritto Fanti -un furgoncino dell'Apcoa (la società che gestisce il parking aeroportuale) era comodamente parcheggiato sui posti dei disabili. Non è la prima volta che noto questa tendenza. Mi era già capitato all'Aeroporto di Linate, dove, alle mie proteste, era stato risposto che i parcheggi erano monitorati con le telecamere e che il furgoncino sarebbe stato spostato, qualora non ci fossero stati più posti disponibili. Venerdì, però, i posti erano finiti, ma il furgone era lì».
«Inoltre - scrive ancora Fanti - una parte dei parcheggi erano occupati abusivamente da auto prive del contrassegno. Ora mi chiedo: chi controlla?». Non a caso, infatti, la nota pubblicata da InVisibili è intitolata proprio Chi controlla i controllori?

Sempre secondo Fanti, poi, questo è semplicemente un esempio tra i molti possibili. «In Facebook - annota infatti - girano oramai da qualche settimana le foto di vetture delle forze dell'ordine lasciate sui posti disabili». «Spero almeno - è il commento - che dovessero compiere un servizio urgente e non fossero andati a bere un caffé».
Per tutto ciò, quindi, l'appello che viene lanciato ai lettori è quello di «denunciare casi simili, mandando le foto e segnalando il luogo dello scatto. Le pubblicheremo sul "muro della vergogna"». Un appello che naturalmente facciamo nostro,

lunedì 5 marzo 2012

La Consulta consegna al Ministro la proposta di Piano Nazionale per le Malattie Rare

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Nel giudicare positivamente le recenti azioni concrete intraprese dal Governo, non ultima l'istituzione di una specifica Commissione presso il Gabinetto del Ministero della Salute, la Consulta Nazionale delle Malattie Rare rende noto di avere già incominciato a fare la propria parte, consegnando direttamente al ministro Balduzzi una proposta unilaterale di Piano Nazionale per le Malattie Rare, documento ufficiale stilato in anni di studio, incontri e dibattiti, che definisce le criticità e soprattutto propone le possibili soluzioni nel campo delle Malattie Rare in Italia

Solo qualche giorno fa, in occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare del 29 febbraio, la Consulta Nazionale delle Malattie Rare aveva annunciato la propria soddisfazione per l'esito di quest'ultima edizione dell'evento, stilando un bilancio positivo. Un bilancio che ora si arricchisce di un nuovo importante tassello, grazie alle ultime azioni concrete intraprese dal Governo, che ha invitato la Consulta stessa a una collaborazione fattiva nella Commissione Malattie Rare voluta dal Ministro della Salute presso il Gabinetto.

«Un significativo segno di apertura - dichiara Flavio Bertoglio, presidente della Consulta - e di volontà di creare finalmente una buona prassi di governance in tema di Malattie Rare e di riconoscimento dei diritti di queste persone. In tal senso, abbiamo già avviato la collaborazione, consegnando direttamente al ministro Renato Balduzzi la nostra proposta unilaterale di Piano Nazionale per le Malattie Rare, un documento ufficiale stilato in anni di studio, incontri e dibattiti, che definisce le criticità e soprattutto propone le possibili soluzioni nel campo delle Malattie Rare in Italia».
«Questo documento - conclude Bertoglio - è nato tra il 2007 e il 2011 e non ha certo la pretesa di essere esaustivo, ma vuole costituire una base di partenza per il sopracitato Piano Nazionale delle Malattie Rare e unito al documento di Europlan* e a tutti gli altri redatti in tema di Malattie Rare, esso potrà fornirà un utile spunto operativo alla futura Commissione Malattie Rare, voluta dal Ministro e coordinata da Claudio Giustozzi, segretario nazionale dell'Associazione Culturale "
Giuseppe Dossetti", nonché alla neonata Commissione interparlamentare». (Cristina Colzani)

*Il Progetto Europlan (European Project for Rare Diseases National Plans Development) è un'iniziativa triennale finanziata dalla Commissione Europea, già presentata ampiamente dal nostro sito (se ne legga ad esempio cliccando
qui).

Quei diritti fatti a pezzi

 
"La macelleria della disabilità a Montecitorio": è quanto mai significativo il nome scelto per la manifestazione di protesta promossa per il 6 marzo a Roma dall'associazione napoletana Tutti a Scuola, che ha anche realizzato un'immagine ad hoc. Una protesta ritenuta quanto meno necessaria, per ottenere risposte da un Governo che deve «indicare quante e quali risorse intenda impegnare per restituire dignità ai disabili e ai loro familiari», tutti Cittadini del nostro paese che stanno vivendo una situazione sempre più difficile

L'attivissima associazione napoletana Tutti a Scuola ha promosso per martedì 6 marzo in Piazza Montecitorio a Roma (ore 10) una manifestazione di protesta, significativamente intitolata La macelleria della disabilità a Montecitorio, per la quale ha anche realizzato un'immagine ad hoc, che qui di fianco proponiamo, dando spazio, di seguito, al messaggio con cui l'iniziativa è stata lanciata, ove non si usano certo mezzi termini nel denunciare la situazione delle persone con disabilità e dei loro familiari, nel nostro Paese, chiedendo al Governo «quante e quali risorse intenda impiegare per restituire dignità a questi Cittadini».
Rigore, equità e sviluppo sono stati i princìpi enunciati dal professor Monti al momento dell'insediamento del suo Governo. A distanza di oltre cento giorni, in un contesto che appare sempre più incerto, il rischio che la parola equità rimanga un lodevole proposito e nient'altro, per i disabili è diventata una prospettiva concreta.
Non comprendere che la condizione degli oltre 2 milioni e mezzo di disabili italiani si è fatta negli ultimi anni drammatica sarebbe gravissimo. All'orizzonte si profila concretamente la possibilità che le indennità di accompagnamento e le "agevolazioni" (ma sono tali per un disabile?) fiscali vengano eliminate.
Oggi la sopravvivenza delle persone con disabilità viene già prevalentemente assicurata dalle famiglie, che si trovano in condizioni economiche sempre più precarie, mentre i Comuni richiedono rette insostenibili per la compartecipazione alle spese.
Contemporaneamente una cinica operazione di "chirurgia sociale" sta costringendo i genitori dei disabili a ricorrere alla giustizia civile, perché essi vedono "magicamente" ridurre il grado di invalidità dei loro figli.
Il tutto si svolge in un Paese che ha azzerato qualche mese fa il Fondo per la Non Autosufficienza e abbassato ad un terzo quello delle Politiche Sociali, riducendo, di fatto, la maggior parte degli interventi a favore dei disabili.
Le risorse per il welfare vanno utilizzate in modo razionale, ma devono esistere. Oggi in Italia non ci sono - e tra poco verranno cancellati - diritti che non rappresentano privilegi o sprechi come per tanti altri. Il Governo Monti deve quindi rispondere ai più deboli, indicando quante e quali risorse intenda impegnare per restituire dignità ai disabili e ai loro familiari.

La nostra manifestazione del 6 marzo a Roma intende dunque svolgersi:
- Contro il taglio delle indennità di accompagnamento e di tutte le provvidenze di natura assistenziale, previste nell'articolo 5 della Legge
214/11 (Decreto "Salva- Italia").
- Contro la riduzione "magica" delle diagnosi di gravità.
- Contro la compartecipazione alle spese che i Comuni impoveriti chiedono ai disabili.
- Per il finanziamento immediato dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e dei LIVEAS (Livelli Essenziali dell'Assistenza Sociale).
- Per il finanziamento immediato del Fondo per i Non Autosufficienti.
- Per il reintegro immediato del Fondo Nazionale delle Politiche Sociali.