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mercoledì 23 maggio 2012

Il secondo evento sportivo mondiale dopo le Olimpiadi

Dal sito:www.superando.it

Sono sorprendentemente proprio le Paralimpiadi, davanti addirittura a manifestazioni come i Mondiali di Calcio, Atletica Leggera o Nuoto, che dal 29 agosto a Londra vedranno in lizza 165 Paesi, 4.200 atleti, il tutto con una copertura televisiva sempre più ampia. Eppure parlare di sport per persone con disabilità è ancora difficile: sarà la volta buona per un vero "stacco" culturale?

Ci sono momenti simbolici che servono a ricordare. Il fatto che manchino cento giorni all'apertura dei Giochi Paralimpici di Londra (il 29 agosto) significa poco o nulla, ma chi conosce lo sport sa che è importante. Permette di fermarsi a pensare. E sulla Paralimpiade serve farlo. Finalmente ce ne si accorgerà di più? Viene da chiederselo, visto che ora le premesse ci sono tutte: record di Paesi (165, 19 in più di Pechino 2008), atleti (4.200 contro i 3.951 presenti in Cina), copertura televisiva (audience potenziale di 4 miliardi di persone, due reti in Italia - RAI e Sky - a trasmetterlo integralmente). Numeri belli. Eppure parlare di sport per persone con disabilità è ancora difficile.

Nel tempo la considerazione verso lo sport paralimpico è cambiata. Ma non sono molti quelli che sanno che il secondo evento sportivo mondiale dopo l'Olimpiade non è il Mondiale di Calcio o di Atletica o di Nuoto o il Superbowl. È la Paralimpiade. Un pugno in faccia ai luoghi comuni.
C'è chi è senza gambe e corre (qualcuno pensa che
Oscar Pistorius non sia un grande atleta?), chi riesce a muovere appena la testa e indirizza una boccia a un centimetro dal boccino (chi non ha mai visto una gara di boccia, si sintonizzi per Londra: il più bello sport paralimpico!), chi pedala con le braccia (chiedere ad Alex Zanardi se mette meno passione nell'handbike di quella che aveva in Formula Uno), chi gestisce un cavallo con la bocca (le prove di dressage mostrano quanto il feeling con l'animale non sia un fatto di dominazione manuale), chi gioca nel silenzio assoluto di migliaia di persone (il goalball è sport nato per persone cieche e in gara non vi dev'essere rumore per sentire la palla sonorizzata). Atleti straordinari. Sport emozionanti. Che non molti conoscono.

La Paralimpiade cambia la cultura e società. Dice Tessa Jowell, ministro britannico per Olimpiade e Paralimpiade: «Vogliamo che ai Giochi Olimpici e Paralimpici si presenti una Gran Bretagna senza barriere». Il luogo che le ospita si fa accogliente: migliaia di persone con disabilità nello stesso luogo e nello stesso momento: è l'eredità paralimpica. Una Paralimpiade spinge a modifiche strutturali della società: diventa indispensabile migliorare le città. E questo serve ad anziani, famiglie e mamme con bambini. Porta persone con disabilità a fare sport. Questo fa risparmiare, per chi ha in mente solo calcoli economici.
Dice Luca Pancalli, presidente del
CIP (Comitato Paralimpico Italiano): «Tutti coloro che praticano attività motoria con assiduità, senza stare a pensare a medaglie, sono persone con disabilità che si rivolgono meno al Servizio Sanitario Nazionale».

Chissà se sarà la volta buona. E se si penserà a tutto questo. A Roma si comincia già a farlo, celebrando il "-100" all'Ambasciata britannica. Ne parleranno anche Pancalli e il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero. Ad ascoltarli ci sarà
Beatrice "Bebe" Vio: l'ambasciatore Prentice l'ha voluta infatti quale ospite d'onore della giornata. "Bebe" ha appena vinto la sua prima medaglia, un argento, in una prova di Coppa del Mondo di scherma in carrozzina. Lei, unica senza braccia e gambe [su "Bebe" Vio si legga nel nostro sito un ampio servizio cliccando qui, N.d.R.].
Ecco cosa vuol dire passare dalla cultura della riabilitazione alla cultura dell'abilità. Dice Oscar Pistorius: «Non sei disabile per le disabilità che hai, sei abile per le abilità che hai».

*Il presente articolo è apparso (con il titolo 100 giorni alla Paralimpiade: un pugno in faccia ai luoghi comuni) anche in
InVisibili, blog del «Corriere della Sera». Viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al contesto, per gentile concessione di tale testata.
Ultimo aggiornamento (lunedì 21 maggio 2012 12:16)


Verso gli Esami di Stato 2012

Dal sito: www.superando.it

Nella recente Ordinanza annuale del Ministero dell'Istruzione sugli Esami di Stato conclusivi degli studi superiori (n. 41/12), le uniche importanti novità riguardano un articolo in più - tutto dedicato agli alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA) - e l'invio delle prove d'esame in forma telematica. Riteniamo in ogni caso possa costituire un utile promemoria per i Lettori, riportare integralmente gli articoli di tale Ordinanza che si occupano di alunni con disabilità e con DSA
Non vi sono novità particolarmente rilevanti, per gli alunni con disabilità, nell'annuale Ordinanza sugli Esami di Stato - conclusivi degli studi superiori - prodotta l'11 maggio scorso dal Ministero dell'Istruzione (Ordinanza n. 41/12).
Le uniche importanti novità, infatti, riguardano l'articolo 17 bis sugli esami degli alunni con DSA (disturbi specifici di apprendimento) e l'invio delle prove d'esame in forma telematica (articolo 17, comma 2).
Ricordato quindi che all'articolo 21 (Pubblicazione dei risultati), si fa riferimento alla salvaguardia della privacy per gli alunni con disabilità e con DSA (comma 3), riteniamo possa essere un utile promemoria per i Lettori riportare integralmente qui di seguito gli articoli 17 (Esami dei candidati in situazione di handicap) e 17 bis (Esame dei candidati in situazione di DSA) della citata Ordinanza 41/12.
(Salvatore Nocera)

Ordinanza Ministeriale 41/12Articolo 17 - Esami dei candidati in situazione di handicap
1. Ai sensi dell'art. 6 del Regolamento, la commissione d'esame, sulla base della documentazione fornita dal consiglio di classe, relativa alle attività svolte, alle valutazioni effettuate e all'assistenza prevista per l'autonomia e la comunicazione, predispone prove equipollenti a quelle assegnate agli altri candidati e che possono consistere nell'utilizzo di mezzi tecnici o modi diversi, ovvero nello sviluppo di contenuti culturali e professionali differenti. In ogni caso le prove equipollenti devono consentire di verificare che il candidato abbia raggiunto una preparazione culturale e professionale idonea per il rilascio del diploma attestante il superamento dell'esame. Per la predisposizione delle prove d'esame, la commissione d'esame può avvalersi di personale esperto; per il loro svolgimento la stessa si avvale, se necessario, dei medesimi operatori che hanno seguito l'alunno durante l'anno scolastico.

2. I testi della prima e della seconda prova scritta sono trasmessi dal Ministero anche tradotti in linguaggio braille, ove vi siano candidati non vedenti. Per i candidati che non conoscono il linguaggio braille la Commissione può provvedere alla trascrizione del testo ministeriale su supporto informatico, mediante scanner fornito dalla scuola, autorizzando anche la utilizzazione di altri ausili idonei, abitualmente in uso nel corso dell’attività scolastica ordinaria.
Per i candidati ipovedenti i testi della prima e della seconda prova scritta sono trasmessi in formato ingrandito, su richiesta dell’istituto scolastico interessato, che in ogni caso comunica alla Struttura tecnica operativa del Ministero la percentuale di ingrandimento.

3. I tempi più lunghi nell'effettuazione delle prove scritte e grafiche e del colloquio, previsti dal comma 3 dell'articolo 16 della legge
n. 104 del 3/2/1992, non possono di norma comportare un maggior numero di giorni rispetto a quello stabilito dal calendario degli esami. In casi eccezionali, la commissione, tenuto conto della gravità dell'handicap, della relazione del consiglio di classe, delle modalità di svolgimento delle prove durante l'anno scolastico, può deliberare lo svolgimento di prove scritte equipollenti in un numero maggiore di giorni.

4. I candidati che hanno seguito un percorso didattico differenziato e sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale piano possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui all'art. 13 del D.P.R. n.
323/1998. I testi delle prove scritte sono elaborati dalle commissioni, sulla base della documentazione fornita dal consiglio di classe. Per detti candidati, il riferimento all'effettuazione delle prove differenziate va indicato solo nella attestazione e non nei tabelloni affissi all'albo dell'istituto.

5. Agli alunni, ammessi dal Consiglio di classe a svolgere nell'ultimo anno un percorso di studio conforme ai programmi ministeriali e a sostenere l'esame di Stato, a seguito di valutazione positiva in sede di scrutinio finale, è attribuito per il terzultimo e penultimo anno un credito scolastico sulla base della votazione riferita al P.E.I. differenziato. Relativamente allo scrutinio finale dell'ultimo anno di corso si applicano le disposizioni di cui al precedente art. 2.
Ordinanza Ministeriale 41/12Art.17 bis - Esame dei candidati in situazione di DSA
1. La Commissione d'esame - sulla base di quanto previsto dall'articolo 10 del D.P.R. 22/6/2009,
n. 122 e dal relativo DM n. 5669 12 luglio 2011 di attuazione della Legge 8 ottobre 2010, n. 170, recante Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico - nonché dalle Linee Guida allegate al citato DM n. 5669/2011, - considerati eventuali elementi forniti dal Consiglio di classe, terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, adeguatamente certificate, relative ai candidati affetti da disturbi specifici di apprendimento (DSA), in particolare, le modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell'ambito dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati. A tal fine il Consiglio di classe inserisce nel documento del 15 maggio di cui al DPR n.323/1998 il Piano Didattico Personalizzato o altra documentazione predisposta ai sensi dell'art.5 del DM n. 5669 del 12 luglio 2011.
Sulla base di tale documentazione e di tutti gli elementi forniti dal Consiglio di classe, le Commissioni predispongono adeguate modalità di svolgimento delle prove scritte e orali. Nello svolgimento delle prove scritte, i candidati possono utilizzare gli strumenti compensativi previsti dal Piano Didattico Personalizzato o da altra documentazione redatta ai sensi dell'art.5 del D.M. 12 luglio 2011. Sarà possibile prevedere alcune particolari attenzioni finalizzate a rendere sereno per tali candidati lo svolgimento dell'esame sia al momento delle prove scritte, sia in fase di colloquio. I candidati possono usufruire di dispositivi per l'ascolto dei testi della prova registrati in formati "mp3". Per la piena comprensione del testo delle prove scritte, la Commissione può prevedere, in conformità con quanto indicato dal capitolo 4.3.1 delle Linee guida citate, di individuare un proprio componente che possa leggere i testi delle prove scritte.
Per i candidati che utilizzano la sintesi vocale, la Commissione può provvedere alla trascrizione del testo su supporto informatico. In particolare, si segnala l'opportunità di prevedere tempi più lunghi di quelli ordinari per lo svolgimento della prove scritte, di curare con particolare attenzione la predisposizione della terza prova scritta, con particolare riferimento all'accertamento delle competenze nella lingua straniera, di adottare criteri valutativi attenti soprattutto al contenuto piuttosto che alla forma. Al candidato potrà essere consentita la utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati per le verifiche in corso d'anno o comunque siano ritenuti giovevoli nello svolgimento dell'esame, senza che venga pregiudicata la validità delle prove.

2. I candidati con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA), che, ai sensi dell'art.6, comma 6, del DM n. 5669 del 12 luglio 2011, hanno seguito un percorso didattico differenziato, con esonero dall'insegnamento della/e lingua/e straniera/e, e che sono stati valutati dal consiglio di classe con l'attribuzione di voti e di un credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale piano possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui all'art. 13 del D.P.R. n. 323/1998. Per detti candidati, il riferimento all'effettuazione delle prove differenziate va indicato solo nella attestazione e non nei tabelloni affissi all'albo dell'istituto.

3. Per quanto riguarda i candidati con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA), che, ai sensi dell'art.6, comma 5, del DM n.5669 del 12 luglio 2011, hanno seguito un percorso didattico ordinario, con la sola dispensa dalle prove scritte ordinarie di lingua/e straniera/e, la Commissione, nel caso in cui la lingua straniera sia oggetto di seconda prova scritta, dovrà sottoporre i candidati medesimi a prova orale sostitutiva della prova scritta. La Commissione, sulla base della documentazione fornita dal consiglio di classe, stabilisce modalità e contenuti della prova orale, che avrà luogo nel giorno destinato allo svolgimento della seconda prova scritta, al termine della stessa, o in un giorno successivo, purché compatibile con la pubblicazione del punteggio complessivo delle prove scritte e delle prove orali sostitutive delle prove scritte nelle forme e nei tempi previsti nell'art. 15, comma 8. Il punteggio, in quindicesimi, viene attribuito dall'intera commissione a maggioranza, compreso il presidente, secondo i criteri di conduzione e valutazione previamente stabiliti in apposita o apposite riunioni e con l'osservanza della procedura di cui all'art. 15, comma 7.
Qualora la lingua o le lingue straniere siano coinvolte nella terza prova scritta, gli accertamenti relativi alla lingua o alle lingue straniere sono effettuati dalla commissione per mezzo di prova orale sostitutiva nel giorno destinato allo svolgimento della terza prova scritta, al termine della stessa, o in un giorno successivo, purché compatibile con la pubblicazione del punteggio complessivo delle prove scritte e delle prove orali sostitutive delle prove scritte nelle forme e nei tempi previsti nell'art. 15, comma 8. I risultati della prova orale relativa alla lingua o alle lingue straniere coinvolte nella terza prova scritta sono utilizzati per la definizione del punteggio da attribuire alla terza prova scritta.

La presente nota è curata da Salvatore Nocera, vicepresidente nazionale della
FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) e responsabile del Settore Legale dell'Osservatorio Scolastico dell'AIPD (Associazione Italiana Persone Down).

Fiorisce il prato dei diritti umani, al di là del «muro medico»

www.superando.it

Una recente Sentenza emessa dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, contro il Governo bulgaro, rappresenta una vittoria nella continua battaglia dei difensori dei diritti umani e del movimento europeo delle persone con disabilità e dei loro familiari, perché abbia fine la disumana pratica di istituzionalizzazione delle persone con disabilità ovunque in Europa. In particolare, il caso in esame fa da precedente per le migliaia di situazioni simili che vengono tuttora affrontate dalle persone con disabilità e dai loro familiari. Vediamo perché
I diritti umani delle persone con disabilità devono essere universalmente riconosciuti e protetti in nome dell'autodeterminazione, della dignità e del libero esercizio delle capacità di ogni singola persona.
Assistendo a quotidiane violazioni di questo assunto fondamentale sul territorio europeo, la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (d'ora in poi semplicemente la Corte) interviene per confermare e garantire il rispetto di quei diritti nelle pratiche degli Stati ad essa aderenti.
Per quanto riguarda in particolare le persone con disabilità intellettiva, esse continuano ad essere sottoposte a trattamenti degradanti e non pochi sono i Paesi europei che ancora mantengono percorsi di istituzionalizzazione, con conseguente e progressivo isolamento e annientamento della persona umana, piuttosto che intraprendere la strada maestra dell'inclusione nel segno del rispetto del paradigma sociale della disabilità.
Una recente pronuncia in tal senso riguarda il caso di un Cittadino bulgaro, il signor M.K. Stanev, che nel 2006 adì la Corte di Strasburgo in merito a una presunta violazione degli articoli 3, 5, 6, 8 e 13 della
Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali** (d'ora in poi semplicemente la Convenzione), bussola giuridica che ne guida le sentenze e ne disciplina il ricorso.
Il casoNel caso in esame (la Sentenza relativa è disponibile nel sito della Corte - in inglese o in francese, cliccando qui), il reclamante denuncia il proprio confinamento in una struttura pubblica di assistenza sociale (Social Care Home, nostra libera traduzione) per persone con disabilità mentale e l'impossibilità di ottenere il permesso a lasciare tale struttura (articolo 5, commi 1, 4 e 5 della Convenzione).
Oggetto di questa prima istanza di Stanev sono dunque il diritto alla libertà, il diritto a procedere contro provvedimenti di detenzione e il diritto alla compensazione del danno subìto. Inoltre, vengono imputati al Governo bulgaro l'inosservanza degli articoli 3 e 6 della Convenzione, rispettivamente sul divieto di tortura e sul diritto a un giusto processo. Nel merito, il reclamante richiama le pessime condizioni di vita vigenti nella struttura e la negazione del diritto all'appello nei confronti della decisione di confinamento nella menzionata struttura. Infine, si accusa anche la violazione dell'articolo 8 sul rispetto della vita privata e familiare.
Gli articoli vengono considerati separatamente e in congiunzione con l'articolo 13 della Convenzione (diritto al risarcimento del danno subito).
Il procedimentoVediamo ora nel dettaglio i fatti salienti di questo procedimento. Stanev è un cittadino bulgaro cinquantenne diagnosticato con schizofrenia dal 1975, persona con disabilità certificata al 90%, ma senza necessità di assistenza. Su richiesta dei parenti, viene successivamente giudicato parzialmente incapace nel 2001 e di conseguenza - persa la capacità giuridica - affidato a un tutore nominato dal Consiglio Municipale di Ruse (Bulgaria), sua città natale, in assenza di disponibilità di parenti.
Nel 2002, su richiesta del tutore, Stanev viene affidato al Centro di Assistenza Sociale per Adulti con Disordini Mentali "Pastra" (Adults with Mental Disorders, nostra libera traduzione), senza esserne informato preliminarmente e senza aver manifestato consenso al riguardo.
La permanenza in tale Centro è caratterizzata da pessime condizioni igienico-sanitarie, spazi angusti nella condivisione degli alloggi, scadente qualità del cibo, somministrazione di farmaci antipsicotici e limitazione della libertà di movimento.
Secondo le regole del "Pastra ", Stanev viene annualmente sottoposto a valutazione delle capacità sociali in vista di un suo possibile reinserimento nella società. Da un rapporto dello psichiatra istituzionale, egli viene dichiarato «inabile a reintegrarsi», poiché «solitario, non comunicativo, restio ad accettare i farmaci prescrittigli e privo di relazioni familiari all'esterno della struttura».
Esito opposto, invece, ha invece una perizia ordinata dall'avvocato del reclamante, redatta da uno psichiatra e da uno psicologo, per la quale egli è idoneo a essere reintegrato nella società, confutando da un lato la prima perizia e aggiungendo che la permanenza in tale struttura avrebbe accresciuto i rischi di acquisizione di «sindrome da istituzionalizzazione».
La sola tendenza psichicamente pericolosa di Stanev è quella all'abuso di alcool, comportamento che si manifesta con tratti peculiari simili alla schizofrenia. Tale conclusione smonta la teoria delle perizie psichiatriche istituzionali, evidenziando una certa superficialità nella gestione del caso in esame da parte delle autorità bulgare.
Infine, le circostanze fattuali esposte nella Sentenza riportano anche un rifiuto - in seguito a domanda presentata dal legale di Stanev - a concedere la cessazione del regime di tutorato e il conseguente ripristino della capacità giuridica.
Un giudizio sui fattiAncor prima di parlare della decisione della Corte e delle relative motivazioni, appare palese l'unilateralità delle decisioni riguardanti Stanev, che ne hanno pregiudicato un'effettiva fruizione dei diritti soggettivi a lui riconosciuti dalla Convenzione, nonché dalla legislazione internazionale e comparata, una volta esaurite le vie di ricorso domestiche.
In particolare, la condotta delle autorità bulgare disattende gli articoli 12 (Uguale riconiscimento dinanzi alla legge) e 14 (Libertà e sicurezza della persona) della
Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, firmata dalla Bulgaria nel 2007 e ratificata il 22 marzo scorso, solo successivamente alla Sentenza di cui si parla; e poi la Raccomandazione R(99)4 del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa sui princìpi governanti la protezione legale di "adulti incapaci" (Incapable Adults, nostra libera traduzione); e ancora, il Rapporto sulla visita in Bulgaria del Comitato ONU sulla Prevenzione della Tortura.
La SentenzaIn seguito a un'analisi delle memorie scritte del reclamante e del Governo bulgaro, oltre che dei commenti dell'Organizzazione Non Governativa Interights, ammessa a intervenire nella procedura scritta, e dell'udienza del 9 febbraio 2011, la Corte di Strasburgo - in seduta di Camera Grande - ha deciso per la violazione, da parte del Governo bulgaro, di tutti gli articoli della Convenzione richiamati da Stanev in sede di denuncia.
Tale Sentenza rappresenta pertanto una vittoria nella continua battaglia dei difensori dei diritti umani e del movimento europeo delle persone con disabilità e dei loro familiari, perché abbia fine la disumana pratica di istituzionalizzazione delle persone con disabilità ovunque in Europa. In particolare, il caso in esame fa da precedente per le migliaia di situazioni simili che vengono tuttora affrontate dalle persone con disabilità e dai loro familiari.
Anche in presenza di una limitazione della capacità giuridica, l'opinione, il consenso libero e informato e la volontà del diretto interessato devono trovare massima tutela ed essere rispettati e ascoltati in ogni decisione che lo riguarda. Infatti, come richiamato dalle motivazioni della Corte, la mancanza di consenso a una misura detentiva costituisce di per sé una violazione del diritto alla libertà.
Cade dunque un'altra pietra nel vetusto muro del "modello medico". Gli squarci sono sempre più visibili e importanti e al di là fiorisce rigoglioso il prato dei diritti umani, della partecipazione e dell'inclusione.
Il protagonismo della classe medica, la ricerca della guarigione, il problema nelle persone e non nella società rimangono bastioni ancora difficili da conquistare, ma essi sono inevitabilmente destinati a lasciare il campo al modello sociale della disabilità, anche in virtù di una necessaria coesione sociale, oltre che economica, di questa nostra Europa in crisi.

*Membro del Comitato Giovani dell'
EDF (European Disability Forum). Il presente testo è già apparso nel n. 15/12 della rivista «HandyLexPress», con il titolo La Corte europea contro la segregazione. Viene qui ripreso - con alcuni lievi riadattamenti al contesto - per gentile concessione.
**Firmata a Roma il 4 novembre 1950, la Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali venne ratificata dall'Italia con la Legge n. 848 del 4 agosto 1955.

lunedì 21 maggio 2012

Spes Auser di Ventimiglia al vertice nella speciale classifica delle donazioni con il 5 per mille

Dal sito: www.riviera24.it




- Buoni i risultati ottenuti dall’Ospedale di Carità di Arma di Taggia (10110 euro), l’associazione Progetto Famiglia di Sanremo (9113 euro) e la Croce d’Oro di Cervo (207 donazioni)
La Spes Auser di Ventimiglia è al vertice nella speciale classifica delle donazioni dei cittadini con il 5 per mille. Con i suoi 53512 euro, pari a 2682 scelte di donazione, la Spes Auser precede l’Assefa Italia di Sanremo che ha raccolto 37372 euro. Buoni i risultati ottenuti dall’Ospedale di Carità di Arma di Taggia (10110 euro), l’associazione Progetto Famiglia di Sanremo (9113 euro) e la Croce d’Oro di Cervo (207 donazioni). A Imperia si segnala la Croce Bianca che ha incassato 13290 euro, a Sanremo l’associazione Angeli di Pace con 1903 euro.

giovedì 17 maggio 2012

Finalmente fa un passo avanti quella Proposta di Legge sul «Dopo di noi»

Dal sito: www.superando.it

Primo via libera, infatti, da parte della Commissione Affari Sociali della Camera, per la Proposta di Legge - ferma da anni - denominata "Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare". «Si tratta - commenta la deputata Livia Turco, prima firmataria della Proposta, che auspica ora un rapido iter definitivo - di un voto molto importante e atteso da tanti genitori preoccupati non solo per il presente, ma anche per il futuro dei loro figli, quando non ci sarà più nessuno che potrà prendersi cura di loro». Si è stabilito anche che il contributo dello Stato sarà in prima battuta di 150 milioni di euro, presi dai giochi d'azzardo

Proprio recentemente ci eravamo occupati della Proposta di Legge C-2024 (Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare), volta ad ottenere un fondo pubblico di sostegno per le persone non autosufficienti, ma ferma ormai da anni alla Camera (se ne legga cliccando qui).
Dopo oltre un anno, tuttavia - esattamente nel mese di aprile scorso - l'esame e la discussione erano ripresi presso la XII Commissione Affari Sociali della Camera ed è ora notizia di questi giorni che la Commissione stessa ha dato il primo via libera a quel testo, noto semplicemente come "Proposta di Legge sul Dopo di Noi".
Infatti, Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, si è rimessa alla Commissione su tutti gli emendamenti via via presentati e ora il testo unificato approvato passerà all'esame delle Commissioni competenti.

Soddisfazione è stata espressa dalla deputata Livia Turco, prima firmataria della proposta. «Si tratta - ha commentato - di un voto molto importante e atteso da tanti genitori preoccupati non solo per il presente, ma anche per il futuro dei loro figli, quando non ci sarà più nessuno che potrà prendersi cura di loro. Sono state create case di accoglienza per queste persone, fino ad oggi sostenute solo dal volontariato: la legge che ora ha ricevuto un primo via libera stabilisce che ci sarà anche il contributo dello Stato, intanto con 150 milioni di euro presi dai giochi d'azzardo».
«A questo punto - conclude Turco - mi auguro che l'iter definitivo sia rapido, per dimostrare che questa legge renderà possibile dare risposte al dramma sociale di tutte quelle persone che si domandano: "Quando saremo morti che ne sarà dei nostri figli disabili?"

mercoledì 16 maggio 2012

Il diritto allo studio oltre la crisi

«L'insieme della scuola italiana - scrive Giovanni Merlo, che modererà e introdurrà il convegno organizzato per il 25 maggio dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), in occasione dell'evento "ReaTech Italia", alla Fiera di Milano Rho - sembra aver dimenticato che la sua prima, e forse unica eccellenza mondiale, è proprio quella connessa al processo di integrazione e inclusione degli studenti con disabilità nella scuola di tutti». «Non basta - aggiunge Giancarlo Onger, uno dei relatori dell'incontro - la scuola che lavora bene. C'è bisogno che il contesto, famiglie - associazioni - sanità - istruzione - sociale ecc., lavori nell'ottica dell'inclusione, che significa dare risposte a tutte le persone in quanto tali e non perché appartengono a categorie speciali»
Bimba in carrozzina insieme a compagne di scuolaSarà dedicato alla scuola il convegno organizzato per venerdì 25 maggio dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), nell'ambito di ReaTech Italia - Accessibilità Inclusione Autonomia, l'evento dedicato al mondo della disabilità, in programma dal 24 al 27 maggio alla Fiera di Milano-Rho.Scuola e inclusione: a che punto siamo? Il diritto allo studio di tutti i bambini e ragazzi con disabilità, oltre la crisi: questo il titolo dell'appuntamento (Sala Girasole, Padiglione 4, ore 14.30-17.30), che sarà introdotto e moderato da Giovanni Merlo, direttore della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), con gli interventi di Salvatore Nocera, vicepresidente della FISH, Antonio Cotura, presidente della FIADDA (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi), Giancarlo Onger, vicepresidente nazionale del CNIS (Coordinamento Nazionale degli Insegnanti Specializzati e la Ricerca sulle Situazioni di Handicap) e presidente della Sezione di Brescia dello stesso CNIS, Francesca Bianchessi, coordinatrice del GLIR (Gruppo di Lavoro Interistituzionale Regionale) dell'Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e Donatella Morra, coordinatrice del Gruppo di Lavoro LEDHA Scuola.
Sui delicati temi attorno ai quali ruoterà l'incontro, diamo spazio qui di seguito alle considerazioni di Giovanni Merlo e di Giancarlo Onger.
«Il diritto allo studio degli alunni con disabilità è oggi in discussione. La crisi che sta affrontando il nostro Paese ha investito diversi aspetti della spesa pubblica, in particolare quella destinata agli interventi sociali. La scuola italiana ha pagato un duro tributo alle politiche di bilancio: pur se formalmente i diritti soggettivi dei bambini e dei ragazzi con disabilità non sono stati toccati, sono loro i primi a subire questa situazione di difficoltà. Problemi di reperimento degli insegnanti di sostegno, classi sovraffollate, Enti Locali che non riescono a garantire i servizi di appoggio.
Ma oltre e forse prima dei problemi legati alla mancanza di risorse, è l'insieme della scuola italiana che sembra aver dimenticato che la sua prima, e forse unica eccellenza mondiale, è proprio quella connessa al processo di integrazione e inclusione degli studenti con disabilità nella scuola di tutti. Un'eccellenza ancora capace di realizzare buone azioni di inclusione, come dimostrato dai progetti premiati nelle diverse edizioni del premio Le Chiavi di Scuola, iniziativa promossa dalla FISH proprio per valorizzare quanti - pur in questi tempi difficili - dimostrano come sia possibile e doveroso continuare a garantire, promuovere e rispettare i diritti dei bambini con disabilità, al pari di quelli di tutti i bambini. Da qui si dovrebbe ripartire per ripensare al modo di fare scuola in Italia.
Giovanni Merlo».

«In questi ultimi anni non perdo occasione per sottolineare che le battaglie per l'affermazione dei diritti delle persone con disabilità sono parte integrante delle battaglie per l'affermazione dei diritti umani in generale e non battaglie a parte riservate agli uomini di buona volontà. Sono convinto che con questa visione si possano coinvolgere tutti i Cittadini e non solo i più sensibili. Il filo rosso è la conquista da parte dell'uomo di una sempre migliore qualità della vita. Da parte di tutti gli uomini e di tutte le donne. Abolire le barriere architettoniche e i pregiudizi significa costruire una comunità tollerante che fa bene a tutti.
In questo quadro voglio sottolineare il lavoro che la scuola, tra alti e bassi, ha condotto dagli Anni Settanta ad oggi per l'integrazione delle persone con disabilità. Le ha rese visibili facendole uscire dalle case e anche da luoghi di segregazione.
Da tempo ci siamo resi conto che non basta la scuola che lavora bene. C'è bisogno che il contesto, famiglie - associazioni - sanità - istruzione - sociale ecc., lavori nell'ottica dell'inclusione, che significa dare risposte a tutte le persone in quanto tali e non perché appartengono a categorie speciali.
È con questa logica che porterò il mio contributo a Milano, partendo da alcune esperienze scolastiche raccolte dalla FISH nell'ambito del concorso Le Chiavi di Scuola, esteso a tutte gli Istituti italiani.
Giancarlo Onger».

Il diritto allo studio oltre la crisi

Dal sito: www.superando.it
 
«L'insieme della scuola italiana - scrive Giovanni Merlo, che modererà e introdurrà il convegno organizzato per il 25 maggio dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), in occasione dell'evento "ReaTech Italia", alla Fiera di Milano Rho - sembra aver dimenticato che la sua prima, e forse unica eccellenza mondiale, è proprio quella connessa al processo di integrazione e inclusione degli studenti con disabilità nella scuola di tutti». «Non basta - aggiunge Giancarlo Onger, uno dei relatori dell'incontro - la scuola che lavora bene. C'è bisogno che il contesto, famiglie - associazioni - sanità - istruzione - sociale ecc., lavori nell'ottica dell'inclusione, che significa dare risposte a tutte le persone in quanto tali e non perché appartengono a categorie speciali»
Sarà dedicato alla scuola il convegno organizzato per venerdì 25 maggio dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), nell'ambito di ReaTech Italia - Accessibilità Inclusione Autonomia, l'evento dedicato al mondo della disabilità, in programma dal 24 al 27 maggio alla Fiera di Milano-Rho.Scuola e inclusione: a che punto siamo? Il diritto allo studio di tutti i bambini e ragazzi con disabilità, oltre la crisi: questo il titolo dell'appuntamento (Sala Girasole, Padiglione 4, ore 14.30-17.30), che sarà introdotto e moderato da Giovanni Merlo, direttore della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), con gli interventi di Salvatore Nocera, vicepresidente della FISH, Antonio Cotura, presidente della FIADDA (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi), Giancarlo Onger, vicepresidente nazionale del CNIS (Coordinamento Nazionale degli Insegnanti Specializzati e la Ricerca sulle Situazioni di Handicap) e presidente della Sezione di Brescia dello stesso CNIS, Francesca Bianchessi, coordinatrice del GLIR (Gruppo di Lavoro Interistituzionale Regionale) dell'Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e Donatella Morra, coordinatrice del Gruppo di Lavoro LEDHA Scuola.
Sui delicati temi attorno ai quali ruoterà l'incontro, diamo spazio qui di seguito alle considerazioni di Giovanni Merlo e di Giancarlo Onger.
«Il diritto allo studio degli alunni con disabilità è oggi in discussione. La crisi che sta affrontando il nostro Paese ha investito diversi aspetti della spesa pubblica, in particolare quella destinata agli interventi sociali. La scuola italiana ha pagato un duro tributo alle politiche di bilancio: pur se formalmente i diritti soggettivi dei bambini e dei ragazzi con disabilità non sono stati toccati, sono loro i primi a subire questa situazione di difficoltà. Problemi di reperimento degli insegnanti di sostegno, classi sovraffollate, Enti Locali che non riescono a garantire i servizi di appoggio.
Ma oltre e forse prima dei problemi legati alla mancanza di risorse, è l'insieme della scuola italiana che sembra aver dimenticato che la sua prima, e forse unica eccellenza mondiale, è proprio quella connessa al processo di integrazione e inclusione degli studenti con disabilità nella scuola di tutti. Un'eccellenza ancora capace di realizzare buone azioni di inclusione, come dimostrato dai progetti premiati nelle diverse edizioni del premio
Le Chiavi di Scuola, iniziativa promossa dalla FISH proprio per valorizzare quanti - pur in questi tempi difficili - dimostrano come sia possibile e doveroso continuare a garantire, promuovere e rispettare i diritti dei bambini con disabilità, al pari di quelli di tutti i bambini. Da qui si dovrebbe ripartire per ripensare al modo di fare scuola in Italia.
Giovanni Merlo».
«In questi ultimi anni non perdo occasione per sottolineare che le battaglie per l'affermazione dei diritti delle persone con disabilità sono parte integrante delle battaglie per l'affermazione dei diritti umani in generale e non battaglie a parte riservate agli uomini di buona volontà. Sono convinto che con questa visione si possano coinvolgere tutti i Cittadini e non solo i più sensibili. Il filo rosso è la conquista da parte dell'uomo di una sempre migliore qualità della vita. Da parte di tutti gli uomini e di tutte le donne. Abolire le barriere architettoniche e i pregiudizi significa costruire una comunità tollerante che fa bene a tutti.
In questo quadro voglio sottolineare il lavoro che la scuola, tra alti e bassi, ha condotto dagli Anni Settanta ad oggi per l'integrazione delle persone con disabilità. Le ha rese visibili facendole uscire dalle case e anche da luoghi di segregazione.
Da tempo ci siamo resi conto che non basta la scuola che lavora bene. C'è bisogno che il contesto, famiglie - associazioni - sanità - istruzione - sociale ecc., lavori nell'ottica dell'inclusione, che significa dare risposte a tutte le persone in quanto tali e non perché appartengono a categorie speciali.
È con questa logica che porterò il mio contributo a Milano, partendo da alcune esperienze scolastiche raccolte dalla FISH nell'ambito del concorso Le Chiavi di Scuola, esteso a tutte gli Istituti italiani.
Giancarlo Onger».

La Food and Drug Administration si pronuncia su CCSVI e sclerosi multipla

Dal sito: www.superando.it
 
Un recente comunicato di sicurezza - prodotto infatti dal noto ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione in materia di salute - intende informare sullo stato delle conoscenze riguardanti i legami tra CCSVI (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) e sclerosi multipla, oltreché sui rischi associati ai relativi trattamenti. In particolare l'FDA evidenzia la necessità di ulteriori ricerche per una migliore comprensione del rapporto tra CCSVI e sclerosi multipla, per poter guidare con maggiore certezza le scelte dei pazienti e del personale medico. Il documento riprende sostanzialmente i contenuti espressi nel 2011 dal Consiglio Superiore di Sanità del nostro Ministero della Salute e due mesi fa in Gran Bretagna dalle Linee Guida dell'Istituto Nazionale per la Salute e l'Eccellenza Clinica
Anche il nostro sito si è a suo tempo occupato della questione riguardante il rapporto tra la CCSVI (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) e la sclerosi multipla, tuttora al centro di una serie di ricerche e sperimentazioni (se ne legga cliccando qui).
Un importante documento arriva ora dalla U.S. Food and Drug Administration (
FDA), il noto ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione in materia di salute, che il 10 maggio scorso ha diramato un comunicato di sicurezza (disponibile integralmente in inglese cliccando qui), relativo appunto al trattamento della CCSVI nelle persone con sclerosi multipla e indirizzato alle persone stesse, alle loro famiglie e agli assistenti di cura, ma anche ai neurologi, agli interventisti (radiologi, chirurghi vascolari e neurochirurghi), ai ricercatori clinici, ai Comitati Etici e a tutti gli operatori professionali coinvolti nella cura di questa grave malattia del sistema nervoso centrale, cronica, imprevedibile e progressivamente invalidante, che riguarda circa 63.000 persone in Italia, soprattutto i giovani tra i 20 e i 30 anni e le donne in un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini.

«Scopo del comunicato dell'FDA  - come viene
spiegato dall'AISM, l'Associazione Italiana Sclerosi Multipla impegnata a propria volta con la sua Fondazione FISM e con altre associazioni internazionali, a sostenere ricerche che diano certezze sul legame tra CCSVI e sclerosi multipla (ad esempio lo studio epidemiologico e multicentrico CoSMo) - è informare le persone con sclerosi multipla sullo stato delle conoscenze in materia di CCSVI e sclerosi multipla e sui rischi associati al trattamento in oggetto. In particolare l'FDA evidenzia la necessità di ulteriori ricerche per una migliore comprensione del rapporto tra CCSVI e sclerosi multipla, che possa guidare con maggiore certezza le scelte dei pazienti e del personale medico».

I contenuti della comunicazione prodotta dall'FDA - va ricordato infine - sono in linea con quelli diffusi sulla questione dal Consiglio Superiore di Sanità del nostro Ministero della Salute, con la Circolare inviata il 4 marzo 2011 a tutti gli Assessori
Regionali alla Sanità e con quelli evidenziati il 28 marzo di quest'anno nelle Linee Guida prodotte in Gran Bretagna dal NICE, l'Istituto Nazionale per la Salute e l'Eccellenza Clinica.

giovedì 3 maggio 2012

Bando per progetti sociali, 94 mila euro per il sostegno al volontariato


Dal sito: www. riviera24.it


- Il Cespim, Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Imperia, mette a disposizione 94.000 euro per il sostegno di progetti sociali realizzati delle Organizzazioni di Volontariato della nostra Provincia costituite da almeno 2 anni
 
Matteo Lupi
Il Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Imperia ha emanato il bando per il sostegno economico dei progetti sociali per l’anno 2012. Il Cespim, Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Imperia, mette a disposizione 94.000 euro per il sostegno di progetti sociali realizzati delle Organizzazioni di Volontariato della nostra Provincia costituite da almeno 2 anni. Si possono presentare progetti di piccola dimensione, del valore massimo di 5000,00, euro e progetti di grande dimensione del valore di € 11.000.

Tale iniziativa viene svolta in applicazione dell’Accordo Nazionale sottoscritto da A.C.R.I., Consulta Nazionale dei Comitati di Gestione, Consulta Nazionale del Volontariato presso il Forum del Terzo Settore, ConVol, CSVnet, Forum Terzo Settore, delle “Linee Guide per l’applicazione dell’Accordo 23.06.2010: modalità di utilizzo delle risorse assegnate per la progettazione sociale”, nonché a quanto deciso in sede di Commissione Regionale di Coordinamento della Progettazione Sociale in Liguria.
I progetti devono riguardare:- il miglioramento della qualità della vita, la prevenzione e lotta al disagio sociale, la tutela della salute anche attraverso servizi territoriali, attività di socializzazione ed animazione
- La tutela del patrimonio ambientale, degli animali e la prevenzione dal rischio di calamità naturali
- La tutela dei diritti umani, delle pari opportunità, la promozione del volontariato giovanile e della cittadinanza attiva
- Cultura, patrimonio storico, artistico e monumentale.
La durata massima di tali progetti non potrà superare i 12 mesi.

Il Centro di Servizio fornirà supporto alle OdV nella fase di presentazione delle domande in modo da promuovere e sviluppare le competenze delle OdV in ambito progettuale. E’ possibile inoltre partecipare ai tre incontri di presentazione del bando:
Giovedì 3 Maggio 2012 ore 18.30 presso la sede Spes di Ventimiglia, Corso Limone Piemonte 63
Giovedì 10 Maggio 2012 ore 18.00, presso la sede Pio Più a Sanremo, Piazza San Siro 48
Venerdì 11 Maggio ore 18.30 presso la sede del CE.S.P.IM di Via Cascione 86
Via Cascione, 86-18100 IMPERIA · tel.0183-660229 ·Fax 0183-61433· e-mail: segreteria@cespim.net –sitowww.cespim.net C.F.01189570086
Per ulteriori info:
comunicazione@cespim.net

I progetti completi di tutta la documentazione richiesta nel Bando, devono essere consegnati a mano in busta chiusa che riporti la dicitura: "Bando CE.S.P.IM - non aprire" presso la sede di Imperia, in Via Cascione 86 o presso la sede di Sanremo in Via S. Francesco 11 entro e non oltre le ore 15.00 del 22 giugno.

Il Presidente del CESPIM, Matteo Lupi, dichiara: “Mi auguro che le organizzazioni di volontariato imperiesi possano cogliere l'opportunità di questo bando, mettendo a valore la loro capacità di fare rete e la passione dei tanti volontari impegnati da tempo nel dare risposta alle emergenze sociali. Sono convinto che- aggiunge il Presidente - mettere in circolo risorse economiche si permette, alle associazioni tanto diffuse e presenti sul territorio, di sviluppare nuove progettualità. I nostri uffici saranno a disposizione per ogni informazione utile sul bando”.

Modulistica e bando sono scaricabili sul sito
www.cespim.net
Per informazioni contattare i nostri uffici dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 15.00 allo 0183 660229
o scrivere a
segreteria@cespim.net

mercoledì 2 maggio 2012

Tutto sulle assenze, i congedi e i permessi

Dal sito: www.superando.it

Si configura come un vero e proprio manuale di riferimento per il personale degli Enti Locali, il volume recentemente dato alla stampe da Fernando Sacco, esperto in gestione delle risorse umane negli Enti Pubblici, ove nella prima parte si trattano le dinamiche riguardanti le assenze dal servizio per malattia, cure specialistiche e trattamenti riabilitativi nel pubblico impiego, mentre nella seconda vengono illustrati i congedi e i permessi per la cura e l'assistenza di familiari gravemente disabili
Esperto in gestione delle risorse umane negli Enti Pubblici, Fernando Sacco  - che ha già al proprio attivo altre pubblicazioni nel medesimo settore - ha dato recentemente alle stampe, per i tipi di Maggioli, Assenze, congedi e permessi per malattia e per assistenza a familiari gravemente disabili. Diritti, obblighi e procedure nel pubblico impiego, che si configura come un vero e proprio manuale di riferimento per il personale degli Enti Locali.

Aggiornato alle principali e recenti modifiche legislative (Legge
111/11, Decreto Legislativo 119/11, Decreto del Presidente della Repubblica - DPR 171/11), il volume si sofferma sui vari aspetti applicativi della disciplina normativa, economica e previdenziale in tema di assenza del dipendente dal lavoro, sia a causa di malattia o di necessità di cure specialistiche, sia per assistere un proprio familiare con grave disabilità. In particolare, vi si esplicitano nel dettaglio operativo i numerosi istituti giuridici coinvolti, indicando - per ciascuno di essi - gli elementi caratterizzanti, le condizioni richieste e le procedure da seguire per la loro fruizione.

L'opera è divisa in due parti, nella prima delle quali si guarda alle dinamiche riguardanti le assenze dal servizio per malattia, cure specialistiche e trattamenti riabilitativi nel pubblico impiego, con puntuale attenzione ai casi particolari e con specifici approfondimenti riguardanti la conservazione del posto di lavoro, gli adempimenti del dipendente, le visite di controllo, gli accertamenti diagnostici e i trattamenti riabilitativi per i quali il Legislatore prevede un regime speciale, oltre alla risoluzione del rapporto di lavoro per inidoneità psicofisica permanente.
Nella seconda parte, invece, vengono illustrati i congedi e i permessi per la cura e l'assistenza di familiari gravemente disabili, con specifici approfondimenti dedicati al "congedo parentale prolungato" e al "congedo straordinario", esaminando anche i benefìci previsti a tutela e sostegno dei dipendenti con disabilità in situazione di gravità.
La selezione delle leggi di riferimento, una serie di schede riepilogative che riportano in sintesi i contenuti dei vari capitoli e vari esempi concreti corredano il volume.

Tutti migliori, nessuno inferiore

Dal sito: www.superando.it
Sarà questo il concetto alla base della Prima Giornata Regionale Sarda, sul tema "Immigrazione e Disabilità", promossa per il 5 maggio a Cagliari dalla FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap). Ovvero, come spiega il Presidente della stessa FISH Sardegna, la profonda convinzione «che anche la persona immigrata o con disabilità possa dare un grande contributo per una società laica e inclusiva, che promuova la parità di uguaglianza e una nuova concezione della persona e degli uomini fondata sul rispetto e sulla pari dignità». Nel corso della giornata si getteranno anche le basi per la costituzione nell’Isola di un Ufficio UNAR, già Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio e oggi divenuto Ufficio Nazionale per la Promozione della Parità di Trattamento e la Rimozione delle Discriminazioni
Si terrà sabato 5 maggio a Cagliari (Parco Monte Claro, ore 9.30-18.30) la Prima Giornata Regionale Sarda sul tema Immigrazione e Disabilità, denominata Diversamente Uuguali, tutti migliori, nessuno inferiore, nell'ambito del Percorso Opportunità Solidali, promosso dalla FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) e finanziato dalla Fondazione con il Sud.
Dopo la presentazione del presidente della FISH Sardegna Alfio Desogus e i saluti di Angela Quaquero, assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Cagliari, sono previsti gli interventi di Marco Zurru, docente di Sociologia all'Università di Cagliari, Aly Cisse, presidente del Laboratorio Interculturale per l'Integrazione della Provincia di Olbia, Vanni Piccolo
dell'
UNAR, l'Ufficio Nazionale per la Promozione della Parità di Trattamento e la Rimozione delle Discriminazioni della Presidenza del Consiglio e Pietro Barbieri, presidente nazionale della FISH.
Successivamente è in programma la tavola rotonda intitolata
 La tutela dei diritti degli immigrati con disabilità: dalle esperienze verso una rete interassociativa
, coordinata da Ettore Cannavera, pedagogista e responsabile della Comunità La Collina, con la partecipazione di Zelindo Pucci, assessore ai Servizi Sociali della Provincia di Olbia, di Giovannimaria Fresu, consulente per le Politiche Sociali e l'Immigrazione della Provincia di Cagliari, di Nicola Cabras del Dipartimento Immigrazione della CGIL Cagliari, di rappresentani dell'INAIL e di alcune Associazioni (AIDOS, SUD, ALPIS, ALPO).
Sono previsti infine anche un intermezzo culturale con letture di brani dal libro
La panchina
di Kilap Gueye e di fiabe dal mondo con gli alunni dell'Istituto Comprensivo Monsignor Saba di Elmas (Cagliari), oltre a un pasto etnico.
Per dare compiutamente il senso del significato da attribuire a tale inziativa, cediamo senz'altro la parola al presidente della FISH Sardegna Alfio Desogus.


Nel quadro del Percorso Opportunità Solidali, la FISH Sardegna ha voluto ancora una volta promuovere un appuntamento pieno di riflessioni, di confronto, di obiettivi ambiziosi e di innovativi significati culturali.
Innanzitutto abbiamo voluto organizzare la giornata in un parco che alcuni decenni fa era il simbolo della discriminazione, dell'istituzione totalizzante, della negazione umana e della morte civile dei malati psichiatrici. Da luogo di sofferenza e di contenzione, oggi quel parco è diventato un luogo di socialità e di salubrità ambientale, un vero "polmone verde" di Cagliari, che ospita incontri e feste etniche di numerose comunità di immigrati. E proprio in una zona specifica del Parco, opera il Centro per l'Immigrazione dell'Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Cagliari, dove si svolgeranno le attività e gli incontri programmati per il 5 maggio.
Un luogo e una sede non casuali, quindi, così come non è casuale la denominazione della prima giornata sarda sull'immigrazione e la disabilità.
Partendo infatti dalla doppia condizione di svantaggio derivante dall'immigrazione e dalla disabilità, abbiamo inteso riaffermare il presupposto che l'eterogeneità è il mosaico che si sintetizza nella normalità sociale. Intendiamo cioè assumere come normale la diversità, per riaffermare il principio dell'uguaglianza. Sì, siamo diversi come persone, e tuttavia uguali come uomini e come cittadini del mondo. Ecco perché si deve ripartire da questa convinzione per superare ogni concezione basata sulla razza e sulla disabilità, per intraprendere un grande cammino di rinnovamento basato sulla libertà e la dignità di ogni uomo.

Il nostro messaggio, pertanto, intende rilanciare lo slogan urlato dai giovani immigrati neri a Firenze in occasione della protesta per l'assurda morte di Mor [il riferimento è all'assassinio dei due senegalesi Diop Mor e Samb Modou, avvenuto il 13 dicembre 2011 a Firenze, N.d.R.]. Tutti migliori, nessuno inferiore è l’altro slogan che rafforza così l'assunto e l'obiettivo della giornata.
Vogliamo riflettere sulle modifiche che intervengono nella composizione della società sarda. Vogliamo ridefinire i termini della nostra cultura alla luce della società multietnica. Vogliamo rilanciare e sostenere i diritti umani e di cittadinanza per contrastare ogni forma di discriminazione e affermare che l'arrivo di altri uomini non è un pericolo, ma un'opportunità per la società sarda e nazionale. Vogliamo superare i pregiudizi e lo stigma nei confronti di chi viene emarginato sulla base di una considerazione negativa, legata alla provenienza etnica o alla condizione razziale o personale.
Spopolamento inarrestabile dei paesi e delle campagne, progressivo invecchiamento demografico, denatalità e abbandono dei mestieri fisicamente impegnativi, combinati con il pregiudizio culturale e i pesanti tagli alle politiche sociali, sono il crinale che se non arginato ci farà scivolare indietro di parecchi decenni.
Il crollo dei servizi, il lavoro clandestino, gli infortuni casalinghi o nei lavori svolti in nero rischiano pericolosamente di dar luogo ad altri drammi umani e personali non riparabili. Una vera e propria "polveriera" che può tuttavia essere trasformata - con scelte coraggiose e intelligenti - in un nuovo percorso di emancipazione per la stessa società sarda.
Lo smottamento diffuso dell'esigibilità dei diritti impone una visione culturale dell'immigrazione e degli immigrati e una diversa valorizzazione, partendo dal nesso virtuoso che accomuna economia, diritti e nuova socialità. In tal senso, estendere le prestazioni sociali, rafforzare l'integrazione culturale e scolastica e allargare le opportunità lavorative sono scelte ineludibili, per affermare una nuova qualità sociale, ma anche per contrastare l'insorgenza di condizioni di emarginazione, discriminazione e disabilità.

Accoglienza, lavoro, scuola, diritto alla salute, diritto alla libera espressione e alla valorizzazione della propria cultura saranno perciò i temi che affronteremo il 5 maggio, chiamando a raccolta le Istituzioni territoriali e regionali, l'Università, l'INAIL, i Sindacati, le Associazioni degli immigrati e delle persone con disabilità, le Comunità di Accoglienza, gli operatori immigrati impegnati nella cultura e, infine, le scuole di alcuni comuni vicini al capoluogo sardo.
Sarà una giornata di riflessione, ma soprattutto di impegno. Riprendendo un'indicazione lungimirante, proveniente a livello nazionale dalla
FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), abbiamo chiamato al confronto da una parte i responsabili dell'INAIL, l'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, dall'altra quelli dell'UNAR, l'Ufficio Nazionale per la Promozione della Parità di Trattamento  e la Rimozione delle Discriminazioni della Presidenza del Consiglio.
La volontà è quindi quella di rilanciare il tema dei diritti universali, ma anche quello della tutela. Infatti - come indicato dalla FISH Nazionale - intendiamo dare vita in Sardegna a un Ufficio UNAR, attivando una rete interassociativa fra le organizzazioni degli immigrati e le associazioni aderenti alla FISH Sardegna. A questo scopo abbiamo organizzato diverse riunioni preparatorie e riservato una specifica sezione della giornata del 5 maggio, per costituire il forum e la rete operativa. Saremo agevolati in questo obiettivo perché siamo in presenza di un protocollo d'intesa approvato congiuntamente dalla Provincia di Cagliari e dall'UNAR.
Ci sono pertanto tutte le premesse e già si manifestano le prime qualificate disponibilità anche da parte di comunità di ispirazione religiosa. Individueremo le "associazioni-antenna", per contrastare comportamenti discriminatori e attivare la tutela dei diritti umani. Lo faranno direttamente gli immigrati, insieme alle organizzazioni di persone con disabilità, a significare che i diritti vanno costruiti con la presenza e con l'azione e che la rivendicazione deve diventare l'assunzione di responsabilità, intesa come protagonismo operativo e concreto.

Bisogna promuovere processi di inclusione, di contaminazione culturale, di rivisitazione delle relazioni interpersonali e degli stili di vita. Dobbiamo in sostanza operare per caratterizzare la società del futuro, mettendo a disposizione la nostra particolare sensibilità che ci deriva dall'esperienza di vita.
Partecipiamo con la convinzione che anche la persona immigrata o con disabilità possa dare un grande contributo per una società laica e inclusiva, che promuova la parità di uguaglianza e una nuova concezione della persona e degli uomini fondata sul rispetto e sulla pari dignità.